Vescovo Gianpiero: “Grazie, Papa Francesco!” Due veglie di preghiera nelle diocesi del Piceno

DIOCESI – È morto stamattina, 21 Aprile 2025, Papa Francesco. L’arcivescovo Gianpiero Palmieri, vicepresidente della CEI e vescovo delle Diocesi del Piceno, ricorda, con queste parole di gratitudine, il suo grande contributo alla Chiesa e al mondo:

“Ci uniamo in questo momento al dolore di tutta la Chiesa per la morte di papa Francesco. Noi sappiamo che egli vive in Dio e intercede per la Chiesa intera.

Ringraziamo il Signore per averci donato Papa Francesco. Lo ringraziamo per il suo magistero grande e profondo, che ha dato alla Chiesa una nuova spinta missionaria, chiamandola a quella conversione che le permetta di essere più fedele al Vangelo. Ringraziamo il Signore per il magistero di Papa Francesco a favore del mondo intero, per la pace, la giustizia sociale, l’ecologia la difesa della dignità del lavoro, l’attenzione agli scartati della storia.
In particolare lo piangono i pescatori di San Benedetto, gli operai della Beko e tutti i poveri che da lui si sono sentiti capiti e difesi.

La sua vicinanza si è concretizzata anche nel drammatico momento del terremoto che ha colpito la nostra comunità. Ricordiamo tutti con gratitudine la sua visita nell’ottobre del 2016 nelle zone devastate, portando conforto e speranza alle persone colpite dalla tragedia.

Papa Francesco, non dimenticheremo mai il tuo insegnamento!”

Le diocesi del Piceno con il Vescovo Gianpiero Palmieri invitano tutti i fedeli a due momenti di preghiera per Papa Francesco.
Le celebrazioni si terranno: il 22 Aprile alle ore 21.00 presso la Chiesa Santa Maria Goretti di Ascoli Piceno e il 23 Aprile alle ore 21.00 presso la Cattedrale Santa Maria della Marina a San Benedetto del Tronto.

Carletta Di Blasio:

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  • Fin da quando fu eletto Papa egli rinunciò ad ogni favoritismo e ad ogni orpello. La sua croce di ferro al collo, invece che d’oro, io la ricorderò sempre come un forte monito: siate umili! Ed umile il Santo Padre è stato fino all’ultimo dei suoi giorni in terra.
    La sua attenzione verso i poveri, i reietti, i derelitti lo contraddistinse, come pure la sua encomiabile premura verso il Creato. Non casualmente volle chiamarsi Francesco, in onore del Santo che rinunciò ad ogni bene terreno, imitando Gesù in tutto.
    Lo ricorderò come il Papa degli Ultimi e spero che la Santa Chiesa accolga e preservi in tutto questa sua umile-preziosa eredità.
    Noi tutti cristiani siamo chiamati a “trovare Dio” negli Ultimi, facendoci ultimi noi stessi.
    “Se tu vuoi trovare Dio, cercalo nell’umiltà, cercalo nella povertà, cercalo dove Lui è nascosto: nei bisognosi, nei più bisognosi, nei malati, gli affamati, nei carcerati.”
    (Omelia del Santo Padre durante l'Apertura della Porta Santa della Carità e Santa Messa presso l’Ostello della Caritas “Don Luigi Di Liegro” a Roma, nel Giubileo della Misericordia, 18/12/2015).

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