

Di Maddalena Maltese
(Usa) L’Empire State, il più famoso grattacielo di New York, ha onorato la dipartita di Papa Francesco accendendosi di giallo e bianco a partire dalle dieci di sera di lunedì fino all’alba di martedì. La cattedrale di San Patrick, ornata a festa per la Pasqua, ha onorato Papa Francesco sulle scale del presbiterio, con una foto della sua visita nella città, la sedia da cui aveva presieduto la celebrazione eucaristica al Madison Square Garden, il 25 settembre 2015, e il calice da lui innalzato. La messa serale è gremita. Anche i turisti sempre in cerca dello scatto unico si fermano, quando il rettore della cattedrale, mons. Enrique Salvo annuncia che la celebrazione sarà offerta per Papa Francesco. Ci sono le tv a riprendere la preghiera e le lacrime dei partecipanti e sempre le tv riprendono l’errore di padre Salvo, quando alla consacrazione continua a pregare per Papa Francesco, ma poi si ferma non trovando una formula più adeguata a questo momento di saluto collettivo al primo pontefice del continente americano.
Il cardinal Dolan celebrerà una messa solenne martedì a mezzogiorno, prima di prepararsi a partire per i funerali e per il prossimo conclave. “Sono stato onorato di partecipare al conclave che ha eletto Papa Francesco nel 2013 e di averlo accolto qui a New York nel 2015”, ha dichiarato Dolan, ricordando come il pontefice avesse
“toccato tutti con la sua semplicità, con il suo cuore di umile servitore”.
Il cardinale di New York ha parlato anche della cura del Papa per tutti. Trovandosi a Roma, il 7 ottobre, quando Hamas attaccò Israele, Dolan venne chiamato da Bergoglio, interessato a conoscere lo stato d’animo della comunità ebraica della città.
La scomparsa del Pontefice ha suscitato reazioni commosse nella chiesa americana. A partire da quelle dell’arcivescovo Timothy P. Broglio, presidente della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti.
“Sarà a lungo ricordato per la sua vicinanza a coloro che sono ai margini della Chiesa e della società”.
Lo ha scritto Broglio nel comunicato pubblicato sul sito della Conferenza episcopale cha ha dedicato un’intera pagina non solo ai messaggi dei vescovi cattolici, ma anche a quella di amici di altre religioni e di altre chiese. Broglio ha ringraziato per “la lettera di sostegno ai Vescovi di questo Paese nei nostri sforzi di rispondere al volto di Cristo nei migranti, nei poveri e nei nascituri”. Il presidente dei vescovi Usa, che è anche cappellano militare, aveva visto Francesco alla Messa del Giubileo per le Forze Armate, la Polizia e il personale di sicurezza. “Nonostante le difficoltà di salute, era con noi e ha persino rivolto un breve saluto al gruppo di vescovi che hanno concelebrato la Messa”, ha ricordato Broglio.
Il cardinale Tobin della diocesi di Newark ha aggiunto: “Rendiamo grazie per la sua vita, la sua testimonianza e il suo amore per il Popolo di Dio. E onoriamo la sua memoria costruendo una Chiesa che rifletta il volto di Gesù: misericordioso, accogliente e sempre vicino a chi è ai margini”. Da Washington il cardinale McElroy ha elogiato la dimensione pastorale di Francesco scrivendo: “Oggi la Chiesa e il mondo hanno perso un vero pastore di anime, un faro di speranza incrollabile e una voce di verità. Papa Francesco ha illuminato con nuova profondità la dimensione pastorale della missione della Chiesa, che si fonda innanzitutto sull’amore accogliente piuttosto che sul giudizio”. Il cardinale Blase J. Cupich di Chicago ha dichiarato che la morte di Francesco è stata “una perdita personale” e ha invitato a proseguire l’opera di riforma della Chiesa, da lui intraprese. “Il più bel ricordo che possiamo offrire è riformare i nostri cuori, come chiesto da Papa Francesco”, ha ribadito Cupich.