

Di Gianni Borsa
“Siamo stati colti tutti di sorpresa dalla notizia della morte di Papa Francesco, una notizia che ha suscitato immediatamente una forte emozione e un sentimento di tristezza. Col passare delle ore la tristezza ha lasciato spazio alla grande ammirazione per questo grande e umile pastore con l’odore delle pecore”.


(Foto Missio/Paolo Annechini)
Don Giuseppe Pizzoli (nella foto), missionario fidei donum dapprima in Brasile e poi in Guinea Bissau, è direttore generale della Fondazione Missio, organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana che si occupa delle missioni ad gentes. Intervistato dal Sir sulla figura del pontefice appena scomparso, afferma: “Papa Francesco è giunto al soglio pontificio carico della esperienza ecclesiale dell’America Latina, il continente che fin dai primi anni del Concilio Vaticano II si è sforzato di applicarne i principi e i valori in una riforma coraggiosa della Chiesa e della sua presenza tra quei popoli che soffrono di profonde ingiustizie e abissali distanze tra ricchi e poveri”.
Dai confini del mondo fino in Vaticano con una ricca esperienza di Chiesa…
Sì, Papa Francesco è arrivato a Roma carico dei frutti delle Conferenze generali dell’episcopato latinoamericano, Medellin (1968), Puebla (1979), Santo Domingo (1992) e in particolare quella di Aparecida (2007), nella quale aveva dato un contributo sostanziale alla stesura del documento finale. I grandi temi della evangelizzazione, della collegialità, della opzione preferenziale per i poveri e soprattuttoil binomio “discepoli-missionari”, frutto della conferenza di Aparecida,sono emersi chiaramente fin dai suoi primi interventi magisteriali. In particolare, vogliamo ricordare l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale, che è stata subito riconosciuta come il documento programmatico del suo pontificato.
Più volte Bergoglio ha richiamato il tema della missione, non è vero?
Dobbiamo essere perennemente grati al Signore e a Papa Francesco per aver rimesso in luce la natura missionaria della Chiesa e aver richiamato chele priorità della missione sono l’annuncio del Vangelo e la testimonianza concreta della tenerezza e dell’amore misericordioso di Dio verso tutti gli uomini,in primo luogo verso coloro le cui condizioni di vita rendono difficile sperimentarne la concretezza.
Sulla missione, quale il pilastro del magistero di Francesco?
Il suo magistero ci ha aiutato a riscoprire la vocazione missionaria di tutti i battezzati (ricordiamo in particolare il mese missionario straordinario del 2019 con il titolo “Battezzati e inviati”), evidenziando chenessuno può considerarsi missionario senza sentirsi anzitutto discepolo dell’unico Maestro, Gesù Cristo,ma anche che nessun discepolo può sentirsi esonerato dalla responsabilità di vivere il suo impegno di missionario e testimone della fede in Cristo.
Se le chiedessimo una parola indirizzata al pontefice argentino?
Direi grazie Papa Francesco! Papa della gente, pastore e missionario della tenerezza di Dio verso ogni uomo. Aggiungerei: grazie Signore per avercelo donato e per avergli permesso di avviare processi di rinnovamento missionario della Chiesa dai quali non potremo più tornare indietro.