

Di Alfonso Cauteruccio
Sono trascorsi dieci anni dalla pubblicazione della Laudato si’. Molti furono sorpresi dall’uscita di un documento che divise l’opinione pubblica e gli stessi fedeli. Per alcuni il Papa non doveva intervenire su temi che non trattano di fede e di costumi; per altri il documento era troppo tecnico e usciva dai canoni delle encicliche sociali precedenti; per altri ancora minava la centralità dell’uomo rispetto alle creature per preferire piante e animali. Ma vi erano molte voci che guardavano all’enciclica con favore: si era aperto un canale preferenziale di dialogo con la scienza; la Chiesa tornava ad occuparsi del Creato dopo un vuoto lasciato all’attivismo laico; si riscopriva la teologia della creazione; si stigmatizzava la logica del consumo e della voracità dell’uomo; si chiedeva un atteggiamento di responsabilità e di cura di fronte al depauperamento delle risorse; si favoriva una spiritualità agganciata all’armonia con il creato; si chiariva che un approccio cristiano non poteva che essere quello dell’ecologia “integrale”.
A distanza di dieci anni, nonostante l’impegno e la chiarezza dei moniti – basti ricordare la Laudate Deum che esortava all’impegno nella lotta ai cambiamenti climatici –, “cresce un’ecologia superficiale o apparente che consolida un certo intorpidimento e una spensierata irresponsabilità” (59). Una irresponsabilità e un dormicchiare che ricordano un po’ le vergini stolte del Vangelo.
Credo però che la consapevolezza dell’esigenza di vivere in armonia con il Creato sia diventata una ricerca che sta facendosi strada in ogni ambito della vita ecclesiale: esercizi spirituali, catechismo, incontri di preghiera, insegnamento scolastico di ogni tipo e grado.Bisogna quindi riconoscere che il “processo”, davvero generativo, avviato da Papa Francesco sulla cura della casa comune sta maturando e crescendo con persone e comunità locali desiderose di cercare nuove forme di impegno e di sintonia con la casa comune.
Sottolineo cinque ambiti che mi sembra possano maggiormente suscitare interesse ed impegno: spiritualità, economia, salute, decoro urbano, bellezza. Quello della spiritualità che porta ad immergersi nella contemplazione e nel recupero del vivere armonicamente accogliendo e accompagnando la preziosa compagnia delle altre creature. Quello dell’economia mediante la ricerca di nuove forme di economie più attente alla sostenibilità e alle future generazioni. Quello della salute che si coniuga col cibo sano, con stili di vita più attenti, con il vivere in e la natura come “terapia”, con cure che utilizzano rimedi naturali. Quello del decoro urbano che non è solo ricerca di spazi puliti ma di spazi che favoriscano la convivialità e le relazioni. Infine quello della bellezza che ci spinge a “copiare” la natura in ogni forma di arte.
Grazie Papa Francesco per questo bel regalo che ci lasci in eredità: la consapevolezza che vivere in armonia con il Creato significa sentirsi riappacificati e desiderosi di far parte del canto di lode a Dio che tutte le creature sono chiamate a rivolgergli costantemente e in ogni luogo.
