GROTTAMMARE – Studenti, docenti, istituzioni e familiari insieme per una commemorazione partecipata e toccante quella che si è svolta oggi a Grottammare, in occasione dell’80° anniversario della Liberazione. Al centro della cerimonia, il ricordo di Natale Capriotti, partigiano e martire della Resistenza, fucilato dai nazifascisti il 26 marzo 1944 dopo atroci torture.

Presenti all’iniziativa anche alcuni componenti della famiglia, i nipoti Angelo e Carlo e la pronipote Nausica, che hanno partecipato con profonda emozione fino al momento conclusivo dello svelamento della lapide celebrativa.

La targa è collocata sul lato est della Biblioteca comunale, lungo la via intitolata al partigiano, teatro questa mattina di un racconto urbano a tappe: un esempio concreto di public history, nato su impulso dell’assessore alla Crescita culturale Lorenzo Rossi, con il supporto storico di Gianluca Traini e la collaborazione della professoressa Rossella Malaspina.

Nell’elaborato curato dai ragazzi della 3G Secondaria dell’ISC Leopardi, la figura di Capriotti e il contesto storico in cui ha vissuto sono stati approfonditi intrecciando memoria e valorizzazione degli spazi urbani, nell’intento di far dialogare passato e presente a beneficio dell’intera comunità. L’allestimento realizzato dagli studenti è ancora visibile in via Capriotti.

Fondamentale nella riuscita dell’iniziativa anche l’impegno della consigliera alle Politiche scolastiche Oriana Vitarelli e delle docenti dell’ISC “Leopardi”, che hanno guidato i ragazzi in questo laboratorio di cittadinanza attiva.

L’evento si era aperto nel Giardino comunale con dichiarazioni di orgoglio e soddisfazione da parte del sindaco Alessandro Rocchi, del presidente del Consiglio Comunale Luigi Travaglini e della dirigente scolastica Luigina Silvestri.

Natale Capriotti. Nato a Offida nel 1913 e residente in contrada Monti, Natale Capriotti era sposato e padre di due figli. Dopo l’armistizio del 1943, aderì al primo nucleo di Patrioti formatosi a Grottammare, sotto la guida del capitano Pio Salvi e del sottotenente Livio Rivosecchi. Collaborava attivamente con la Resistenza, nascondendo armi e mantenendo contatti con i partigiani locali. Ma la sua attività venne scoperta dai nazifascisti a causa della delazione di una spia tedesca. A causa del ritrovamento di due mitragliatrici nel suo pagliaio, fu arrestato e condotto nella famigerata “Villa Triste” di Marino del Tronto, nota per le torture inflitte agli oppositori, e lì subì sevizie prima di essere fucilato il 26 marzo 1944.

 

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