Dalla Thailandia a San Pietro, il saluto di suor Ana Rosa Sivori a Papa Francesco

(Foto ANSA/SIR)

Di Riccardo Benotti

“Che Dio ti benedica e la Madonna ti custodisca”. È con la stessa benedizione che Papa Francesco amava donare a tutti che suor Ana Rosa Sivori ci saluta, al termine del funerale nella basilica di San Pietro. Missionaria salesiana e cugina del Pontefice, suor Ana Rosa condivide con voce commossa e composta il filo discreto e profondo che la legava a lui: l’affetto di famiglia, i ricordi semplici, la testimonianza viva di un uomo che ha scelto l’umiltà come stile di vita.

Suor Ana Rosa, come ha vissuto questa giornata così intensa e carica di emozione?
È stato molto difficile. Tutto è accaduto troppo rapidamente. Nessuno si aspettava una cosa così improvvisa.

Pensavamo che stesse migliorando, che la salute stesse tornando. E invece, tutto è cambiato in un attimo.

È stato un colpo.

(Foto AFP/SIR)

Negli ultimi tempi aveva avuto occasione di sentirlo?
No, non l’ho sentito mentre era in ospedale. L’ultima volta che mi ha telefonato è stato due anni fa, quando sono stata malata. Normalmente ci scrivevamo:

io mandavo una lettera composta a mano e lui rispondeva.

Mi arrivava la risposta, scritta con quella sua calligrafia piccolissima, difficile da leggere, che il segretario scansionava e mi inviava.

Che tipo di legame familiare vi univa?
Mio padre e lui erano legatissimi. Per lui, mio papà era fondamentale, prima di diventare Papa. Gli voleva davvero un bene immenso. E lo stesso valeva per Giorgio. C’era un affetto molto profondo.

E anche tra voi due c’era questa grande confidenza?
Sì, senz’altro. C’era un rapporto molto familiare, affettuoso.

Lei ha accompagnato Papa Francesco durante il viaggio in Thailandia. Che ricordo ha di quei giorni?
Lui ha voluto che fossi io al suo fianco. Ovunque andasse – a incontrare il re o il bonzo più importante – ero sempre con lui, nella macchina accanto.

Sono stati giorni emozionanti.

Le ragazze delle nostre scuole dicevano con orgoglio a casa: “La nostra suora è stata con il Papa Giorgio”.

Sessant’anni di missione in Thailandia: quanta forza ha ricevuto dal pontificato di Papa Francesco?
Tanta. È possibile che, indirettamente, il suo pontificato abbia dato più forza anche alla mia presenza lì.

Ora sta tornando in Thailandia: è venuta apposta per dare l’ultimo saluto al Santo Padre?
Sì, sono venuta apposta per questo.

Sentivo che dovevo esserci.

Sono partita l’indomani della morte.

C’è un ricordo, un tratto del Papa che sente di voler custodire per sempre?
La sua umiltà. La sua semplicità. Credo che siano qualità che hanno toccato il cuore di tutti.

Non amava le cose grandi, i riconoscimenti solenni. Gli piaceva stare in mezzo alla gente semplice, tra il popolo.

Ed è questo che rende ancora più grande una persona come lui.

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