SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Nella serata di mercoledì 18 novembre presso l’Auditorium della Parrocchia di Paolantonio si è svolto un incontro di approfondimento sulla tematica del modernismo a cura di Mons. Don Vincenzo Catani, parroco della chiesa S. Pio X a Porto d’Ascoli. L’evento è stato voluto e organizzato dall’associazione “Bene Comune Giovanni Paolo II” sotto la guida di Don Marco, parroco di Paolantonio, che ha invitato Don Vincenzo in qualità di studioso, storico ed esperto di modernismo. Seduti al tavolo con lui il presidente dell’associazione Roberto Salei e un membro della stessa, Gianni D’Auri; tra le tante persone partecipanti, presente in sala anche il sindaco di Sant’Egidio alla Vibrata Rando Angelini, da sempre molto vicino a queste iniziative e tematiche.
L’incontro si è rivelato molto interessante e formativo, grazie alla cultura e alle ottime doti comunicative di Don Vincenzo che, con rara chiarezza espositiva e al tempo stesso grande precisione cronologica, ha illustrato i principali tratti del modernismo teologico, una corrente sviluppatasi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento e volta a rivisitare il messaggio cristiano alla luce delle nuove e più generali istanze moderniste della società di quel tempo, snaturando i concetti fondamentali di Rivelazione, Fede, Dogmi, Sacramenti, Magistero.
Chi si trovò ad affrontare questa ondata rivoluzionaria fu papa Pio X, un cristiano moralmente e idealmente intransigente, profondamente legato alla tradizione, che non poté far altro che condannare tutti gli eccessi di un movimento che con le sue affermazioni rischiava di minare le basi dell’ortodossia cattolica. Nel 1907, infatti, il pontefice raccolse, in un documento di condanna chiamato “Lamentabili Sane Exitu”, le 65 tesi principali del modernismo (tratte da pubblicazioni di autori ritenuti modernisti), a cui fece seguito l’enciclica “Pascendi Dominici Gregis” con la quale si definiva la corrente modernista una “sintesi di tutte le eresie”.
Dall’altra parte, però, non sembrò essere meno discutibile la fazione dei tradizionalisti più accaniti, che nessuna novità o modifica ritenevano degna di essere accolta e introdotta, perpetuando erroneamente in un clima di antico immobilismo.
Il modernismo rappresentò, quindi, sì un momento di crisi e di polemica ma allo stesso tempo anche la “scossa”, forse necessaria, per portare un’ondata di freschezza all’interno di un conservatorismo dilagante e che produsse poi quella perfetta sintesi teologica raggiunta con il Concilio Vaticano II, che Don Vincenzo stesso ha definito “la bella, storica e giusta risposta al modernismo buono”.
Don Vincenzo ha inoltre ricordato i primi anni di sacerdozio trascorsi a Sant’Egidio alla Vibrata sottolineando l’affetto che ancora lo lega a questo paese e ai suoi abitanti; al termine dell’incontro, poi, Don Marco lo ha ringraziato con un piccolo omaggio a nome di tutti i presenti e di tutti i membri dell’associazione, “strappandogli” anche una preziosa “prenotazione” per un appuntamento futuro.
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