“Nel Paese sta montando l’attesa per l’arrivo di Papa Francesco. La gioia per la sua visita è palpabile, unisce l’intero Paese abitato da 44 milioni di persone appartenenti a 42 tribù”. Lo scrive John Njue, cardinale arcivescovo di Nairobi, in occasione del viaggio del Papa in Kenya, sul numero de L’Osservatore Romani in uscita. “Milioni di keniani vivono ancora in povertà. Le famiglie si spezzano sotto la forte pressione del materialismo e del crollo dei valori africani. Le politiche divisive, la corruzione e le differenze di etnia vissute in maniera negativa continuano a erodere la nostra società.
La Chiesa è stata ed è in prima linea nell’indicare queste sfide e sollecitare attivamente il Governo a risolverle”, evidenzia il porporato, che ricorda anche l’uccisione, per mano dei terroristi, di 147 studenti all’università di Garissa, lo scorso aprile. “La visita di Francesco rafforzerà la nostra determinazione a combattere il terrorismo e a incoraggiare lo spirito di tolleranza religiosa e coesione in tutto il mondo – chiarisce il cardinale -. La sua presenza renderà concrete le sue parole: lui viene per esprimere la sua empatia con tutti coloro che hanno perso persone care a causa dell’intolleranza politica o religiosa”. Perciò, “la visita del Papa è un dono di Dio; egli viene per risollevare l’Africa nella speranza e nella fede, per incoraggiare e motivare il mondo perché non tutto è perduto e per rafforzare la nostra determinazione a cercare di fare del Kenya la perla d’Africa. Karibu (‘benvenuto’) in Kenya, Papa Francesco!”.
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