DIOCESI – A seguito di una prolungata indagine condotta dal nucleo Tutela Patrimonio Artistico Culturale di Ancona, coordinata dal Maggiore Carmelo Grasso, gli investigatori dell’Arma hanno individuato numerosi oggetti di provenienza chiesastica in possesso di un ex antiquario della riviera sanbenedettese. L’attività investigativa ha consentito il sequestro di ben 241 oggetti tra dipinti, tabernacoli, candelieri e sculture di cui 142 sottratti alle chiese marchigiane.
A tale accertamenti hanno collaborato i funzionari della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio delle Marche e i vari Uffici Beni Culturali delle Diocesi delle Marche nonché l’Ufficio nazionale per i Beni Culturali della CEI che ha messo a disposizione il loro data base che unitamente a quello del Ministero, ha dato notevoli e positivi risultati. I riscontri hanno così consentito di appurare che molti beni appartenevano a chiese delle Diocesi di Fermo, Ascoli Piceno, Macerata e San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto con un’opera già certamente ricondotta e proveniente dalla Cattedrale della Madonna della Marina e altre tre ancora in corso di ulteriori verifiche.
Diversi gli esempi citati tra cui significativo quello condotto sempre dal Nucleo Tutela di Ancona e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Urbino che ha visto il rinvenimento e la riconsegna di due sculture lignee. Sono state asportate da una chiesa di Massa Martana (PG) nel 1980 e si tratta di due angeli reggi candelabro che adornavano l’altare della chiesa della Madonna del Soccorso. Appena il furto, il Parroco lo denunciò con tutte le relative foto al locale comando dei Carabinieri e subito quelle foto confluirono nella banca dati del Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico Culturale ma nell’immediato non si ebbe alcun risultato. Solo nel 2010 invece nel corso di un sopralluogo di un mercatino a Palermo, il locale comando notò le due sculture e subito ripartirono le indagini.
Le opere erano state messe in vendita da un antiquario della zona di Urbino il quale affermò di averle acquistate da una casa d’aste tedesca il cui proprietario afferiva la provenienza da una famiglia tedesca che a sua volta lo aveva acquistato da un antiquario tedesco che nel frattempo era deceduto. Comunque sia, l’episodio sopra citato è solo uno degli esempi che testimoniano la quantità di interferenze e relazioni che fanno da cornici ai furti che avvengono nelle nostre chiese ma che, come in questo caso hanno portato alla restituzione dei due preziosi oggetti alla locale comunità di Massa Martana.
Agli indagati in questa lunga indagine, sono state attribuite responsabilità per vari reati che vanno dalla ricettazione, all’illecita alienazione e riciclaggio, poiché infatti uno dei dipinti rinvenuti è stato smembrato in quattro parti, tre delle quali recuperate.
Sua Eminenza il Cardinale Edoardo Menichelli ha concluso l’incontro ringraziando tutti coloro che hanno collaborato a questa operazione e sottolineando l’importanza del lavoro degli uffici delle diocesi per inventariare le opere delle chiese. La CEI già da molti anni, ha stanziato ingenti somme grazie ai contributi l’8 per mille, cioè grazie al popolo dei credenti.
0 commenti