DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del Monastero Santa Speranza sulle letture di domenica 29 Novembre.
C’è una realtà di bene, di giustizia, di tranquillità che il profeta Geremia ci descrive nella prima lettura di questa prima Domenica di Avvento.
Ma…quale bene? Quale pace? Come riuscire ad intravvedere questo scenario di salvezza oggi, in questo nostro tempo, in questa nostra storia che, forse, sembrerebbe essere arrivata, invece, al punto in cui, come leggiamo nel Vangelo, “vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra”. E “le potenze dei cieli […] saranno sconvolte”.
“Risollevatevi ed alzate il capo”! Immersi nella fatiche e nella fatica del vivere quotidiano, “risollevatevi ed alzate il capo”, ci dice il Signore, e riuscirete a guardare diritto nelle “promesse di bene” che Lui ci ha fatto, riuscirete a contemplare, gustare, saziarvi del Dio che viene, del Dio che salva.
Ma il capo riusciremo ad alzarlo, riusciremo a risollevarci e a levare lo sguardo oltre le nubi che sembrano annullare tutto l’orizzonte, solo se saremo capaci di vegliare, di vigilare, solo se sapremo non stancarci mai di cercare, ogni giorno e in ogni situazione, quel germoglio di giustizia, di bene che il Signore ha piantato.
Il salmista ci aiuta, con la sua invocazione, a capire il vero significato di questo atteggiamento del vegliare: conoscere, cioè fare esperienza delle vie del Signore e della sua alleanza, della sua amicizia, della sua compagnia, lasciarsi guidare e istruire da Lui, riconoscere che solo il cammino che Lui ci propone è cammino di amore e di fedeltà, di bontà, rettitudine e giustizia, custodire i suoi insegnamenti…farci “poveri” di ogni cosa per poter davvero accogliere Lui, unica ricchezza.
Il Signore davvero, come scrive San Paolo, ci “faccia crescere e sovrabbondare nell’amore” fra noi e verso tutti, per rendere saldi i nostri cuori e la nostra vita e progredire in quella esperienza di Lui che non ci farà temere, anzi, ci renderà trepidanti e impazienti della Sua venuta.
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