“Governi, religioni, uomini di buona volontà. Tutti devono essere coinvolti per preservare e rafforzare la libertà religiosa che consente alle persone di pensare, esprimere e agire secondo quello in cui liberamente e profondamente credono. La libertà è un diritto umano fondamentale per tutti”. Lo ha detto il patriarca caldeo di Baghdad Louis Sako intervenendo alla conferenza promossa dalla Pontificia Università Urbaniana dal titolo: “Sotto la spada di Cesare: la risposta cristiana alla persecuzione”. Sako ha portato la testimonianza della situazione sempre “più degradante” dei cristiani in Iraq e delle minoranze religiose presenti nel Paese come gli Yazidis e i Sabeans presi di mira da Daesh. Forte la denuncia del patriarca contro la legge approvata dal Parlamento iracheno il 27 ottobre scorso che obbliga i ragazzi al di sotto dei 18 anni e con uno dei due genitori musulmani ad aderire all’Islam. Una legge – ha detto – che “è contraria ai valori della cittadinanza e danneggia l’unità nazionale, il pluralismo religioso e il principio della coesistenza”. Il patriarca ha quindi elencato una serie di proposte per la pace e la giustizia in Iraq: denunciare Daesh e il fondamentalismo come “un cancro del corpo dell’Islam”; garantire politicamente un sistema civile fondato sul principio della cittadinanza e dell’uguaglianza di tutti i cittadini; richiamare la responsabilità dei leader islamici affinché vengano screditate le ideologie estremiste e sollecitare un intervento delle Nazioni Unite per la difesa delle minoranze religiose.

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