DIOCESI – Pubblichiamo con piacere le foto scattate da Don Alfonso Rosati ed in allegato il testo che ci ha girato gentilmente Don Gianni Croci.
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Le parole del Vescovo Gervasio Gestori in occasione della Veglia organizzata dall’Oratorio Diocesano: “Da sempre mi è particolarmente gradito il tempo dell’Avvento, non solo perché prepara alle feste largamente sentite del Natale, ma perché è il tempo dell’attesa, è il momento dell’anno, nel quale si guarda al futuro con una speranza più viva, con tanti desideri di gioia.
Come vivere queste settimane antecedenti il 25 dicembre?
Occorre non sprecare questo tempo. Benedetto XVI ci ha invitati nella catechesi del 7 novembre a promuovere dentro di noi una specie di “pedagogia del desiderio”.
Ma i buoni desideri vanno coltivati, difesi, vissuti.
Il Papa individuava almeno due tipi di desideri: quelli riguardanti le piccole gioie della vita, con la propria famiglia, l’amicizia, la vicinanza a chi soffre, l’amore per nuove conoscenze, il gusto per la bellezza, lo stupore per un’opera d’arte o per un brano musicale, l’incanto di un tramonto o di un fiore. E poi, aggiungeva il Papa, occorre non accontentarsi mai di quanto è stato raggiunto, per coltivare aspirazioni che vanno oltre, infinite, “capaci di liberare in noi quella sana inquietudine che porta ad essere più esigenti… Che nulla di finito può colmare il nostro cuore”.
Questi desideri di infinito non devono perdersi nel vuoto di una nostalgica tristezza o rimanere senza risposta. Dio non ha “scaricato” il mondo, né si dimentica dell’uomo anche dopo i peccati e nonostante la quantità di miserie umane, di cui la nostra storia è sazia.
Egli, il Signore dell’universo, si è avvicinato a ciascuno di noi e nell’esperienza di Gesù, il suo Figlio, nato a Betlemme, ci rivela il suo amore.
Il beato J.H. Newman, questo famoso anglicano convertitosi al cattolicesimo, durante un suo viaggio in Sicilia nel maggio 1833, scriveva ai tanti suoi amici inglesi: “Amavo finora camminare per la mia strada, ma ora imploro: guidami!”.
Non poteva più essere un individualista, ma aveva bisogno di Qualcuno. Aveva capito che Gesù sta accanto sempre per una compagnia lungo la nostra strada.
Nel film, “Uomini di Dio”, il priore del monastero la sera di Natale esorta i suoi compagni con queste parole: “Natale per noi è lasciare che la realtà filiale di Gesù si incarni nella nostra umanità”. Sì, senza Gesù siamo veramente poveri, mentre con Lui tutto diventa diverso.
Il cammino dell’Avvento è quest’attesa di umanità piena, vive una pedagogia di crescita, tende ad una meta affascinante. Auguri di buon cammino”.
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