Leggendo questo slogan “Beata la Famiglia che crede” mi viene spontaneo fare una riflessione personale: chi mi ha aiutato a varcare la soglia che poi mi ha permesso di essere accolta dal dono della fede? Sono state due persone umili e semplici che oltre ad avermi aperto la porta d’ingresso del mondo mi hanno aperto anche quella d’accesso alla fede. Nei momenti belli, condivisi, non mancava l’occasione di sentire pronunciare un “grazie a Dio” e in quelli meno belli il rassicurante “non preoccuparti, Dio vede e provvede”. Era il loro modo di ringraziare e di affidare le loro scelte alla volontà del Signore. Era la loro professione del credo, tanto elementare quanto concreta, da trasmettere in modo naturale e inconsapevole a chi abitava con loro.
Oggi ho una mia famiglia e mi trovo nella posizione di chi ha la responsabilità di educare e trasmettere amorevolmente i valori della vita, continuando con gioia a lasciarsi plasmare il cuore dalla grazia di Dio.
Sì, perchè accettare di accogliere, per sempre, nella mia vita un’altra persona, non è stato il punto di arrivo ma quello di partenza.
La partenza di un viaggio non privo di difficoltà, di ostacoli da superare, ma anche un cammino accompagnato da amore, accoglienza, rispetto, servizio e fedeltà, che va curato e alimentato quotidianamente, senza dare niente per scontato.
Dio ci traccia la strada. Dio ci indica il cammino. Dio ci consegna il dono dell’amore del nostro compagno, ma la disponibilità ad ascoltare e la responsabilità di vivere la Parola di Dio nella vita famigliare sono di ciascuno di noi: c’è bisogno di trasformare in testimonianza le nostre scelte di vita.
Dare testimonianza in primo luogo ai nostri figli e trasmettere loro la gioia che può dare l’incontro con il Signore.
Perché ciò possa diventare cosa concreta e con il nostro esempio i nostri figli si accostino alla porta della fede, è importante riflettere su come noi, come coppia, viviamo la fede.
Come ci comunichiamo la fede in famiglia? Quale esperienza cristiana sperimentano i nostri figli? Come li educhiamo alla fede e alla preghiera?
Se educare in famiglia oggi è un’arte davvero difficile, cerchiamo di approffittare di quest’anno della FEDE, voluto da Papa Benedetto XVI, per porci degli interrogativi sulla nostra vita cristiana, personale, di coppia. Ponendoci delle domande saremo spinti a trovare delle risposte, iniziando da un incontro intimo e personale con la propria famiglia per poi confrontarsi con altre realtà familiari. Infatti penso che sia importante coltivare relazioni con altre persone, confrontandosi sul cammino che la Chiesa ci propone.
Nella mia parrocchia abbiamo intrapreso, un cammino per famiglie proposto dal Movimento Pro-Sanctitate, una realtà ecclesiale che vuole far conoscere, accogliere e vivere la chiamata di tutti alla santità.
Ogni incontro è occasione per fare una sosta per dedicare un tempo all’ascolto e alla meditazione della Parola del Signore, per poi, alla luce del messaggio ricevuto, condividere le nostre riflessioni.
Il confronto è sempre un arricchimento soprattutto quando è basato sulla volontà di accrescere la conoscenza del Signore.
Quest’anno della Fede, che porterà con sè occasioni preziose per riscoprire e approfondire il Mistero dell’Amore infinito di Dio, sia l’opportunità per annunciare il grande dono della fede, in primo luogo con la testimonianza e per offrire ai fratelli l’esperienza di Cristo che noi facciamo.
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