La visita in Slovenia del cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, si è conclusa ieri con la visita del campo profughi di Dobova al confine con la Croazia. Il porporato, “commosso dai gesti di solidarietà” che ha visto, ha portato a tutti il saluto del Papa e ha voluto dare “forza e coraggio a coloro che aiutano i profughi nei loro bisogni”. “I rifugiati hanno prima di tutto bisogno della nostra solidarietà”, ha detto il cardinale Parolin. In un’intervista rilasciata alla radio cattolica slovena “Ognijsce”, il segretario di Stato vaticano ha affermato che “è necessario trovare una soluzione comune” per risolvere la crisi dei migranti, “perché per i singoli Stati, come in Slovenia, è difficile gestire il problema”. “L’Europa – ha rilevato – non deve decidere solo in base ai fattori politici o tecnici, ma tenendo conto anche degli aspetti umanistici, spirituali, che hanno caratterizzato l’Unione dalla sua fondazione”. Nell’intervista, Parolin ha parlato anche dei colloqui avuti con le autorità slovene per risolvere le questioni in sospeso, rilevate dalla Conferenza episcopale slovena, in particolare “la cura pastorale per militari e la creazione di un Ordinariato militare, la questione delle scuole cattoliche, le tasse sui beni ecclesiali”. Secondo il segretario di Stato, “c’è tanta buona volontà per venire incontro a queste questioni”. Alla domanda di un’eventuale visita del Papa in Slovenia, Parolin ha risposto “di aver ricevuto la conferma dell’invito del premier sloveno già espresso in Vaticano l’anno scorso”, ma ha aggiunto che “al momento presente non ci sono altri dettagli a proposito”.
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