“Condivido totalmente l’iniziativa di presentare un emendamento che introduca l’obiezione di coscienza per i sindaci rispetto alla registrazione delle unioni civili”. Anche per Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli, è giusto “sollevare in questo caso la clausola di coscienza, che è garantita dalla nostra Costituzione e da carte internazionali. L’Italia ha bisogno di un sussulto di civiltà. A mio avviso, non siamo il finalino di coda per i diritti e non sarà la legge sulle unioni civili che ci renderà un faro di civiltà”. Dopo aver ribadito l’importanza della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, sancita dall’articolo 29 della Costituzione, Gandolfini ha messo in guardia dai “rischi di svilire l’istituto giuridico familiare. È come scoprire il vaso di Pandora”. Il presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli ha anche messo in conto che l’iniziativa, pur lodevole, dell’emendamento sull’obiezione di coscienza per sindaci e amministratori pubblici sia vanificata dalla “possibilità che il ddl, così gira voce, sia blindato anche alla Camera, ma questo sarebbe un secondo schiaffo alla democrazia”. Gandolfini ha anche ricordato che “la sensibilità del nostro popolo va in un’altra direzione: la gente si sente silenziata. Per questo, in vista delle prossime elezioni amministrative, invitiamo a guardare i programmi dei candidati per quanto riguarda le famiglie”. Gandolfini ha anche parlato della possibilità di incostituzionalità di alcuni passaggi del ddl Cirinnà e del no al referendum di ottobre per le riforme costituzionali.
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