“Azzerare il numero dei bambini che ogni giorno muoiono nel mondo per cause prevenibili e malattie facilmente curabili: solo un anno fa 22 mila, oggi 19 mila”. Questo, ha dichiarato al Sir Giacomo Guerrera, presidente di Unicef Italia, l’obiettivo della campagna contro la mortalità infantile “Vogliamo zero”, lanciata nel 2010 e quest’anno concentrata sulla lotta contro la malnutrizione. “Nei Paesi in via di sviluppo” (Pvs), ha spiegato questa mattina Guerrera intervenendo alla presentazione, a Roma, del nuovo Rapporto “La malnutrizione dei bambini. L’impegno dell’Unicef contro la mortalità infantile”, circa “200 milioni di bambini tra 0 e 5 anni, quasi 1 su 3, soffrono di malnutrizione”, causa “concomitante di oltre un terzo delle morti infantili sotto i 5 anni”. Presenti all’incontro anche il “Goodwill Ambassador” Lino Banfi, appena tornato dal Centro logistico per gli aiuti Unicef di Copenaghen, inaugurato lo scorso giugno, situato nel porto e ben collegato con l’aeroporto cittadino, dal quale partono via mare o via aerea per tutto il mondo gli aiuti umanitari dell’organizzazione. Una struttura del valore di 700 milioni di euro messa a disposizione dal governo danese.
Oltre due milioni i bambini morti nel 2011. “Nel 2011 – si legge nel Rapporto Unicef – 2,3 milioni di bambini sono morti anche a causa della malnutrizione. Circa 40 milioni nel mondo soffrono di malnutrizione acuta moderata, la maggior parte di loro vive in Asia meridionale e in Africa sub-sahariana; oltre 20 milioni soffrono di malnutrizione acuta grave; il 26% dei bambini tra 0-5 anni dei Pvs, 1 su 4, soffre di malnutrizione acuta e il 10% di loro in forma grave”. Dal documento emerge che per i bambini gravemente sottopeso la probabilità di morire, rispetto a quelli ben nutriti, è nove volte più alta. L’80% dei bambini cronicamente malnutriti vive in 24 Paesi del mondo; di questi, 14 rientrano tra i più poveri. A causa della malnutrizione circa 165 milioni soffrono di ritardo nella crescita (bassa statura rispetto all’età) e 51 milioni sono deperiti (scarso peso in rapporto all’altezza). In 7 dei Paesi più poveri del mondo (Afghanistan, Etiopia, Madagascar, Malawi, Ruanda, Timor-Leste, Yemen) oltre il 50% dei piccoli tra 0 e 5 anni è cronicamente malnutrito. Un bambino, spiega l’Unicef, “è malnutrito se la sua dieta non gli fornisce adeguate calorie, proteine e micronutrienti per la crescita, o se è incapace di assorbire adeguatamente il cibo a causa di una malattia. Le cause di fondo sono riconducibili a povertà e carenze dei servizi di sanità e assistenza, ossia alla fragilità dei sistemi di sicurezza sociale di fronte a possibili, ricorrenti emergenze come siccità, alluvioni, migrazioni, conflitti”.
Il “Cenone di Natale”. Nonostante l’Italia sia colpita “da una crisi economica senza precedenti” e “siamo investiti da nuove povertà”, “dobbiamo azzerare” è l’appello di Guerrera, il “numero inaccettabile” dei 200 milioni di bimbi malnutriti. Di qui, tra le altre, l’iniziativa lanciata oggi: “E se un cenone di Natale costasse 28 centesimi?”. Una domanda provocatoria che allude al costo di una bustina di alimento terapeutico a base di burro di arachidi, zucchero, latte in polvere, vitamine e nutrienti. “Ne bastano tre al giorno per aiutare un piccolo gravemente malnutrito – ha spiegato il presidente di Unicef Italia -, possono essere somministrate a casa senza bisogno di ricovero, e tre settimane di terapia sono sufficienti per riportarlo ad un livello di malnutrizione lieve”. Di qui l’invito a contribuire alla campagna (info: www.unicef.it). “Molte cose sono inimmaginabili finché qualcuno non comincia a crederci”, ha aggiunto Lino Banfi, premiato oggi con una pergamena speciale per i suoi 12 anni d’impegno a favore dell’organizzazione. “Non voglio fare altruismo-spettacolo – ha assicurato – ma dalle mie missioni in Eritrea e Angola mi sono rafforzato nella convinzione della necessità d’impegnarsi sempre più per fare del bene. Questi bambini c’insegnano veramente a vivere”. Di qui l’auspicio di poter “portare questo messaggio di responsabilità anche nelle fiction alle quali lavoro”.
Buone notizie. Intanto Unicef Italia prosegue il proprio impegno sostenendo tra il 2010 e il 2014 nella lotta contro la malnutrizione infantile Camerun, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Guinea Bissau, Madagascar, Myanmar, Repubblica Centrafricana, Repubblica democratica del Congo e Zambia. In Myanmar l’organizzazione ha fornito lo scorso anno oltre 33 milioni di bustine d’integratori alimentari nelle zone più a rischio, e tra ottobre 2011 e marzo di quest’anno 1.266 bambini affetti da malnutrizione acuta grave hanno ricevuto terapie salvavita. Nel Camerun, uno dei 9 Paesi colpiti dalla crisi alimentare del Sahel, nel settembre 2011, in collaborazione con il ministero della Sanità, Unicef ha lanciato la produzione di alimenti “fortificati”. In Guinea Bissau, dove ogni 1.000 nati vivi muoiono 161 bambini, soprattutto per malnutrizione acuta, si sono attuate campagne di educazione alimentare per le mamme. Con la promozione dell’allattamento al seno la malnutrizione cronica è calata dal 40,9% al 32,2%.
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