Nel 2015 il 70,1% dei ragazzi tra i 25 e i 29 anni vive ancora in famiglia, contro il 54,7% delle loro coetanee. Si tratta di percentuali più alte rispetto a quelle di 20 anni prima (62,8% e 39,8%), e questa permanenza è dovuta a diversi motivi, tra cui l’aumento della scolarizzazione e il prolungarsi della formazione, le difficoltà a entrare nel mondo del lavoro e la precarietà, la difficoltà a trovare un’abitazione. È quanto emerge dal Rapporto Istat 2016 sulla situazione del Paese, presentato oggi a Montecitorio. Tra le generazioni più recenti, il matrimonio è in declino in quanto posticipato verso età più mature. Nel 2014 l’età al primo matrimonio è di 34,3 anni per gli sposi e 31,3 per le spose. La famiglia tradizionale (coppia coniugata con figli) non è più il modello dominante, e rappresenta ormai meno di un terzo delle famiglie (32,9%): altre forme familiari si fanno avanti, come le famiglie unipersonali di giovani e adulti non vedovi, che ormai sono il 7,9% della popolazione, mentre le libere unioni superano il milione. In oltre la metà dei casi si tratta di convivenze more uxorio tra partner celibi e nubili, mentre le famiglie ricostituite superano il milione.
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