Sassi contro la comunità cattolica di fedeli, tutti lavoratori migranti, di Santa Teresa di Lisieux a Rehovot, a pochi chilometri da Tel Aviv, radunatisi per la Messa in lingua ebraica celebrata per la solennità del Corpus Domini. Durante la celebrazione, presieduta da padre Eric Wyckoff, cappellano uscente della comunità, da padre Matthew Coutinhou, il futuro cappellano, e da padre David Neuhaus, vicario patriarcale latino e responsabile per i migranti in Israele, alcuni giovanissimi israeliani hanno lanciato delle pietre verso i fedeli per poi fuggire. Secondo il vicariato per i cattolici di lingua ebraica, che ha diffuso la notizia, non si sono registrati feriti gravi. Alcuni sassi sono stati raccolti prima della conclusione della messa e messi sull’altare ai piedi della croce. Monsignor William Shomali, vicario patriarcale latino per la Palestina, ha condannato il gesto mettendo in evidenza “il disprezzo della cultura dell’altro che esiste in alcuni ambienti israeliani e la necessità di trovare soluzioni per curare la società dal radicalismo e dall’intolleranza. È vero che si tratta di giovani di 14 anni. Ma gli adulti e i loro insegnanti ne sono pienamente responsabili”. La comunità cattolica di Rehovot è cresciuta negli ultimi anni. I filippini che svolgono un lavoro di badanti e che hanno fondato la comunità, ora accolgono altri migranti provenienti da India, Sri Lanka e Africa, così come studenti dei due istituti accademici di Rehovot, l’Istituto Weizmann e la facoltà di Agraria dell’Università di Gerusalemme. Spesso la Messa viene celebrata in un cortile accanto alla cappella che è troppo piccola per accogliere tutti i fedeli. Da qui l’urgenza di trovare una sala più grande. “La comunità avrà bisogno di trovare benefattori che possano aiutare a pagare l’affitto che sono piuttosto esorbitanti in questa zona”, spiegano dal vicariato ebreofono.
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