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Santa Sede e Iran convergono sulla lotta alla cultura dello scarto e dello spreco. Il tema è stato affrontato presso la rappresentanza iraniana alla Fao, alla presenza, tra gli altri, di monsignor Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso l’organismo internazionale e il cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila e presidente di Caritas Internationalis.

“Assicurare che i frutti del lavoro umano non vadano perduti è una questione di giustizia”, ha dichiarato Tagle, a commento dei dati ieri enunciati: un terzo del cibo prodotto nel mondo non è consumato o va perduto; 1,6 miliardi di tonnellate di alimenti sono sottratti a chi soffre la fame.

Secondo il presidente di Caritas Internationalis, la mancanza o lo spreco di cibo, non può ridursi a un “problema tecnico”. Ci troviamo di fronte a una vera e propria “crisi umana”, che richiede un cambiamento e un passaggio da una “prospettiva puramente tecnica allo sviluppo integrale della persona umana e anche della società”, ha detto il cardinale Tagle ai microfoni di Radio Vaticana.

“Lo spirito di questo intervento è la solidarietà, la comunione del bene comune – ha proseguito il porporato -. Purtroppo, quanto l’approccio è puramente tecnico, il mercato e il profitto sono più importanti”.

Inoltre, ha ricordato Tagle, citando papa Francesco, “nella nostra cultura di scarto non soltanto il cibo, ma anche l’acqua, i vestiti e valori sono scartati e il bene degli altri non entra nella coscienza”.

La sinergia creatasi per l’occasione tra Santa Sede e Iran è stata, per il cardinale, un’occasione di “grande gioia” ma soprattutto una “testimonianza per il mondo, per il mondo diplomatico e anche per il mondo della vita quotidiana e delle persone ordinarie”.

“Quando si tratta di una questione di cibo, di fame, tutti noi – in questo mondo comune – dobbiamo lavorare insieme, musulmani, buddisti, induisti, cattolici e cristiani, perché la vittima della fame è una persona umana”, ha poi concluso l’arcivescovo di Manila.

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