Quanto compiuto dall’Isis in Siria e in Iraq è genocidio ed è ora che anche l’Italia lo riconosca. È l’appello che Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) lancia oggi alle istituzioni italiane attraverso Il Foglio. Una intera pagina del quotidiano per richiamare la loro attenzione, affinché la questione diventi centrale nella discussione in Parlamento e nelle altre sedi rappresentative. “Non possiamo indignarci oggi di fronte alle testimonianze della carneficina di Srebrenica, e contemporaneamente comportarci verso Siria ed Iraq con l’indifferenza che allora rese possibili i massacri nei Balcani”, si legge nel testo a firma della sezione italiana di Acs che invita l’Italia a chiamare con il proprio nome le atrocità commesse dai jihadisti contro le minoranze in Medio Oriente, nel solco delle recenti risoluzioni e mozioni approvate nel 2016 da Parlamento europeo, Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d’America e Camera dei Comuni britannica. In Iraq nel 2014 oltre 125mila cristiani, assieme a migliaia di appartenenti ad altre minoranze religiose, sono stati costretti da Isis ad abbandonare le proprie case. Non tutti però sono potuti fuggire. In centinaia hanno trovato la morte per mano dei jihadisti, come testimoniano i cadaveri ritrovati qualche settimana orsono in fosse comuni a Ramadi, Anbar e Tikrit. “Tutto questo si chiama genocidio – afferma Acs – un insieme di atti volti a distruggere gruppi nazionali, etnici, razziali, religiosi. È per sanzionare tali crimini che è stata istituita la Corte Penale internazionale”. Attiva da decenni in Medio Oriente, negli ultimi cinque anni Aiuto alla Chiesa che Soffre ha donato in Iraq e Siria quasi 30 milioni di euro. Si può aderire alla campagna di Aiuto alla Chiesa che Soffre attraverso l’hashtag #DefiniamoloGenocidio e inviando una email all’indirizzo definiamologenocidio@acs-italia.org

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