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ARGENTINA – In attesa della visita del capo dello Stato, Sergio Mattarella, sono stati celebrati in Argentina i 70 anni della Repubblica Italiana, nel contesto del lancio di una nuova tappa nei rapporti tra l’Argentina e l’Italia, inaugurata dalla visita del premier Matteo Renzi dello scorso febbraio (il primo presidente di un governo straniero a recarsi nel Paese per incontrare il presidente argentino, Mauricio Macri) e dal recente arrivo a Buenos Aires di una vera “spedizione” di imprenditori e operatori delle finanze italiane come non si era vista mai.
Per un futuro migliore. Detta “Missione di sistema”, la delegazione di imprenditori e rappresentanti delle principali banche, enti finanziari e università italiane, giunta in Argentina lo scorso mese di maggio, ha acceso per il futuro le speranze di una ripresa dei rapporti tra i due Paesi, legata soprattutto alla storia di fraterna cooperazione tra Italia e Argentina. Della durata di tre giorni, le conversazioni e gli accordi avviati e portati a termine dalla Missione inviata dal Governo italiano significano fiducia nell’Argentina, oggi come ieri, e servono a rinnovare i legami tra italiani e argentini che vedono aprirsi le porte di un futuro da costruire insieme, come una volta – ai tempi dell’emigrazione – fu scritto il passato. “Siamo orgogliosi della nostra storia – ha affermato il premier Renzi durante la sua visita in Argentina – ma la dobbiamo trasformare in futuro concreto e operativo”. La visita dei ministri italiani dell’Agricoltura e dei Beni culturali e l’arrivo di questa straordinaria “Missione di sistema” sembrano infatti puntare sul superamento della congiuntura del momento e su un futuro che consenta ai rapporti italo-argentini di corrispondere alla profondità e molteplicità dei vincoli di sangue, cultura e valori che da più di un secolo uniscono i due popoli.
Una “Missione” di successo. Presieduta dal sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, Ivan Scalfarotto, e dai presidenti della Sace, la Simest e l’Abi (Associazione bancaria nazionale) , la Missione ha potuto contare su 150mila imprenditori appartenenti a 90 ditte italiane, rappresentanti di 5 banche commerciali e della “Cassa di depositi e prestiti”, dirigenti di 14 università italiane e ha sviluppato una serie di contatti e riunioni, riscontrando analogo interesse nel mondo imprenditoriale locale. Sono stati avviati anche importanti accordi politici tra l’Ice (Istituto per il commercio estero) e l’Agenzia argentina di promozione degli investimenti, tra la Sace (uno dei più autorevoli istituti di garanzia del mondo) e il “Banco Nacion” argentino; tra l’Agenzia spaziale italiana e la Conae argentina , volto a rendere concreto il lancio della seconda tappa del siasge (Sistema satellitare italo-argentino), e tra la ditta italiana Faam e l’argentina Ypf-Tech (braccio tecnologico della Ypf) per la produzione di batterie a litio di alta capacità di accumulazione di energia. Da segnalare, poi, gli accordi con la Sace che prevedono polizze di credito fino ai 50 milioni di euro in favore delle imprese italiane decise a investire in Argentina e l’annuncio di una linea di credito che potrebbe raggiungere i 700 milioni di euro per finanziare investimenti e operazioni che coinvolgano le cosiddette Pymes (piccole e medie imprese). Si parla in concreto di 500 incontri bilaterali e di 200 riunioni tra università italiane e argentine, cifre che indicano da sole l’importanza di questa speciale “spedizione italiana” in Argentina. Sul piano più strettamente politico, si segnala inoltre che Scalfarotto è stato ricevuto dal presidente Macri, il quale non ha risparmiato elogi alla missione e alle prospettive che si prevedono per i due Paesi, in un momento di apertura dell’economia argentina che gli esperti ritengono tradizionalmente complementare rispetto a quella italiana.
Nazioni sorelle. Tra i diversi seminari tenuti nel corso della missione, quello generale su forme e modalità di accesso al mercato e altri più particolari, riguardanti vari settori: banche, energia, infrastrutture, automobili, agroindustria e università. Di grande interesse, in particolare, il seminario sulle prospettive emerse per l’azione futura dell’Enel in Argentina nel campo delle energie rinnovabili e quelli volti a diffondere la disponibilità di grandi imprese quali Impregilo, Ghella e Astaldi in materia di infrastrutture. Per quanto riguarda il settore automobilistico, sono stati considerati gli investimenti della Fiat nella provincia di Cordoba, pari ai 500 milioni di dollari. Ma il campo con più prospettive per i rapporti tra i due Paesi è quello della collaborazione tra Università. Da segnalare anche gli interventi sul turismo del direttore esecutivo dell’Enit, Gianni Bastianelli, e sull’ambiente di Bruna Kohan del ministero italiano dell’Ambiente. Di fronte a una così densa fioritura di intese e di collaborazione, sembra di poter ravvisare un risveglio fondato sulla storia di cooperazione fraterna tra Italia e Argentina, non vanificata nemmeno dal lungo e triste conflitto con i risparmiatori italiani in possesso dei famosi “Tango Bond”.
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