ITALIA – Non ci sono novità di rilievo nei commenti di questi giorni sull’apertura dei centri commerciali anche nel giorno di Natale. Le differenti posizioni sulle “feste svuotate” sono ormai note e altrettanto lo sono le motivazioni.
Il quadro è confermato anche dai sondaggi televisivi di questi giorni nei quali emerge soprattutto la preoccupazione di saldare un parere favorevole a un parere contrario. Certamente in omaggio al pluralismo dell’informazione e delle idee. È una regola professionale ma è anche la spia del rischio di dissolvenza della cultura e della sensibilità di un popolo.
Aprire i centri commerciali anche a Natale, come qualcuno vorrebbe, non contribuirà a ridurre le difficoltà economiche e neppure a rispondere alla mancanza di lavoro. Lo dicono gli esperti del settore. Questa apertura colpisce invece il Natale quale sintesi di un’esperienza unica di un’umanità fatta di incontro tra volti, di relazioni belle, di solidarietà ai più fragili, di linguaggi della tenerezza. E l’umanità è un terreno non commerciabile sul quale la fede cristiana nasce, cresce, si rende visibile e credibile.
Se i centri commerciali verranno aperti anche a Natale, come per altre feste, sarà un segnale ulteriore di un’eclissi di umanità che dovrebbe allarmare credenti e non credenti perché senza umanità non c’è fede ma neppure c’è pensiero. Questa la preoccupazione più grande che si dovrebbe avvertire soprattutto nel guardare alle nuove generazioni alle quali si rischia di consegnare la corsa agli acquisti e di lasciare l’anima fuori dalla loro vita.
Con i centri commerciali aperti a Natale, saremo umanamente più poveri. Anche i cristiani lo saranno perché Natale è una festa inclusiva e non esclusiva: non ci si potrà certo rallegrare nel vedere in quel giorno tante persone muoversi, nell’illusione di essere più libere, dentro un supermercato. Nell’Anno della fede ci si dovrà allora chiedere come rendere una testimonianza, nella quale dimorano il silenzio e il gloria Betlemme, più attraente e più convincente delle offerte speciali di un centro commerciale.
C’è una porta da varcare, in entrata per vivere la gioia dell’Incontro e in uscita per portare nel mondo la gioia di quell’Incontro che ha cambiato e cambia la direzione della storia.
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