PERSONAGGI RELIGIONE POLITICA CULTURA 3Un sacerdote, religioso o laico a cui il vescovo diocesano, “sentito l’economo diocesano, affida l’incarico di revisione degli Uffici di Curia, delle parrocchie della diocesi e degli altri Enti che sono sottoposti all’autorità, o alla vigilanza del vescovo diocesano”. È l’identikit del “revisore diocesano”, nuova figura istituita tramite un apposito decreto da monsignor Marcello Semeraro, vescovo di Albano, come “risorsa” per la diocesi “in un tempo in cui la materia fiscale e amministrativa rende più complessa, rispetto al passato, la corretta gestione degli Enti ecclesiastici sui quali viene esercitata un’azione di verifica non solo dall’autorità ecclesiastica ma, per particolari aspetti, anche da quella civile”, con “pesanti conseguenze amministrative e, a volte, penali in caso di scorrettezze”. “Scelto tra persone di comprovata reputazione, libero da ogni conflitto di interesse e che abbia competenze e capacità professionali riconosciute nel settore rilevante per le sue attività”, i requisiti del revisore diocesano, che una volta ricevut0 il mandato dal vescovo  svolge compiti di “revisione e verifica della gestione contabile, amministrativa, finanziaria, contrattualistica e fiscale” e qualora riceva “segnalazioni di anomalie” può svolgere indagini in merito e proporre al vescovo “l’adozione di provvedimenti appropriati”. Da oggi, ad Albano, i sacerdoti potranno contare su “collaboratori preparati” per affrontare e risolvere “emergenze” che riguardano il patrimonio ecclesiastico, già oggetto del recente Motu Proprio del Papa sui beni della Chiesa.

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