(DIRE-SIR)
NIZZA – Per il Comune di Nizza “la conservazione delle immagini che possono costituire elementi indiziari sull’attentato terroristico è un imperativo assoluto”. A dare conto di questa posizione è il legale del Comune della cittadina costiera, l’avvocato Philippe Blanchetier. L’agenzia Dire lo ha raggiunto telefonicamente per fare chiarezza su quanto sta avvenendo tra Nizza e la Procura di Parigi. Stando a quanto riporta ”Le Figaro”, mercoledì, la Procura generale della capitale, insieme alla Sottodirezione per l’antiterrorismo (Sdat), hanno chiesto al comune di Nizza di cancellare tutti i video delle sei telecamere di sorveglianza relativi alla notte dell’attentato sulla Promenade des Anglais, in cui hanno perso la vita 84 persone. Ma il sindaco Philippe Pradal si è rifiutato e lo ha comunicato alle autorità attraverso una lettera redatta dall’avvocato Blanchetier. Prima di tutto, come spiega alla Dire Blanchetier, gli articoli citati dalla Procura – il 53 e il 54 del Codice penale – “permettono alla polizia di raccogliere tutte le informazioni e le prove disponibili utili a fare luce sull’inchiesta in corso, al contrario non autorizzano le forze dell’ordine a chiedere a una persona di distruggere degli elementi-prova”, dice il legale. In secondo luogo, “c’è un problema di fondo: la persona che dovrebbe occuparsi dell’eliminazione dei video non può farlo, poiché non ha l’autorizzazione a procedere. Insomma, gli si chiede un lavoro che non è di sua competenza”. La procura di Parigi, contattata dal quotidiano ”Le Figaro”, ha spiegato che la cancellazione di tali video serve “ad evitare la circolazione sregolata delle immagini, per proteggere le vittime e le loro famiglie, nonché impedire che se ne approprino siti di propaganda estremista”. “Trovo queste motivazioni ridicole” dichiara l’avvocato, chiarendo che “non sono i video delle telecamere di sorveglianza a finire su internet o nelle mani degli estremisti, ma quelli fatti autonomamente da comuni cittadini. L’accesso al sistema che gestisce tali apparecchiature inoltre è consentito solo a due categorie di impiegati: il personale preposto alla loro gestione, il quale- prosegue- è adeguatamente preparato e formato. E poi agli agenti di polizia. Che finiscano su internet dunque è impensabile”. Poi puntualizza che tali immagini “costituiscono prove per le indagini utili proprio a rendere giustizia alle vittime e alle loro famiglie”, quindi la loro conservazione “è un imperativo per il Comune di cui faccio le veci”. Per questa ragione l’avvocato Blanchetier ha chiesto l’autorizzazione alla Procura di Nizza e al Cnil – ‘Commission Nationale de l’Informatique et des Libertes’, organo preposto a garantire sul giusto trattamento dei dati personali e informatici – di conservare le immagini per i prossimi 30 giorni a partire dal 24 luglio, per fare fronte “agli eventuali bisogni del procedimento giudiziario in corso”, con l’assicurazione di distruggerle allo scadere di questo periodo. La polizia, commenta in conclusione, “ha avanzato una richiesta veramente inusuale, ma- osserva- arriva direttamente dopo la polemica sull’inefficienza dell’apparato di sorveglianza la notte dell’attentato”. “È la prima volta che ci chiedono di distruggere delle prove” ha detto una fonte della polizia rimasta anonima a ”Le Figaro”. Sempre secondo la storica testata francese, la Sottodivisione per l’antiterrorismo (Sdat) dal giorno dell’attentato sta ancora procedendo alla raccolta di tutti i filmati disponibili, pertanto “non è possibile cancellare quei video” fintanto che quell’operazione è ancora in corso, ha aggiunto la stessa fonte.
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