DIOCESI – Pubblichiimo l’omelia del Vescovo Carlo Bresciani pronunciata durante la celebrazione della festa in onore della Madonna della Marina:
” Veneriamo oggi Maria sotto il titolo di Madonna della Marina, titolo a noi molto caro, che ci rimanda ai tempi in cui i nostri concittadini solcavano i mari alla ricerca del prezioso dono di Dio – il pesce – con il quale mantenere le proprie famiglie e dare un futuro ai figli. I viaggi erano lunghi e i pericoli sempre possibili e incombenti, oltre le nostalgie di casa talora lancinanti, portavano i naviganti ad affidarsi a Maria ‘Stella del mare’, e i famigliari a invocare da lei protezione e salute per i propri cari lontani.
Devozione radicata nella fatica quotidiana e nella attesa preoccupata per i lontani, generosamente ricambiata da Maria, madre vigile e amorosa di ogni suo figlio, mai sorda alle invocazioni di aiuto di una fede semplice e sincera, come quella degli uomini e delle donne di mare.
Tra poco benediremo una porta della nostra cattedrale a lei dedicata, che si affiancherà alla porta santa della misericordia. Due porte di accesso alla Chiesa: una rimanda a Gesù, il Cristo, che ha detto ‘io sono la porta’ che introduce alla comunione con Dio. Passando attraverso di essa durante l’anno giubilare della misericordia che stiamo celebrando, abbiamo riscoperto la misericordia dell’amore accogliente di Dio che ci ha donato i sacramenti, la riconciliazione e la parola del Vangelo. L’altra – la porta della vergine – è dedicata a Maria che nelle litanie invochiamo come porta del cielo e madre di misericordia: Maria è la porta che introduce Gesù nel mondo e lo dona a ciascuno di noi. Ma, come porta, è anche la madre che teneramente prende per mano i figli e li conduce al Padre, a Dio, li porta alla Chiesa dove possano incontrare il Figlio suo. Molti si lasciano condurre a Dio da Maria, come figli che, non osando volgersi direttamente al Padre, ricorrono all’intercessione della madre.
Entrando attraverso Maria, la porta che conduce a Dio, noi entriamo a far parte della famiglia dei figli di Dio; seduti sulle sue ginocchia impariamo a riconoscere e ad ascoltare la voce del Padre e dalle sue mani prendiamo con fiducia il pane della vita che il Padre ha preparato per noi. Ella, madre premurosa e desiderosa del bene dei figli, ci porta al Padre e gode nel vederci riuniti nella sua casa: è la porta che introduce nella casa di Dio.
Come ogni porta si apre anche verso l’esterno, permette l’entrata e l’uscita, così anche Maria: per un verso, entrando attraverso di lei, siamo introdotti al Padre ed ella ci fa riscoprire la bellezza di essere figli di Dio; per l’altro verso, uscendo con lei, la porta ci immette e ci accompagna nel mondo, non più soli e dispersi, ma come parte di una famiglia che tutti riunisce in Gesù; una famiglia che si oppone a qualsiasi forma di violenza, soprattutto quella che falsamente si riveste del nome di Dio.
Due porte simboliche che ci richiamano alla realtà più profonda del nostro essere Chiesa di Dio: la prima, ci rimanda a Gesù, il volto della misericordia del Padre, che si piega sulle nostre miserie umane versandovi l’olio della consolazione con la Parola e i sacramenti che ci fanno Chiesa; la seconda, ci rimanda a Maria, la prima dei credenti, che ha accolto Gesù nella fede e, come madre della Chiesa, lo dona a tutti noi, invitandoci ad ascoltare la sua Parola, l’unica che salva.
Sono le due porte su cui si fonda anche la nostra Chiesa diocesana che ha la sua patrona principale nella Vergine di Loreto, ma che oggi invochiamo sotto il titolo di Madonna della Marina, patrona della nostra Cattedrale.
Molti nostri concittadini, passando attraverso queste due porte, hanno imparato ad amare Dio e ad essere misericordiosi come Lui. Hanno imparato da Gesù ad essere come il buon samaritano che sa fermarsi per aiutare chi si trova nel bisogno, avendo anche esperimentato sulla propria pelle il bisogno che li spingeva anche in terra straniera; essi hanno imparato da Maria a vivere da fratelli e ad aiutarsi con comprensione nelle difficoltà.
Impariamo anche noi a passare attraverso queste due porte per essere Chiesa che accoglie e dona misericordia, che sa parlare le parole di Gesù e di Maria, ma soprattutto le vive col cuore grato di chi ha esperimentato l’amore di Dio Padre.
O Maria, tu, stella del mare,
madre di misericordia, porta del cielo,
parlaci delle cose di Dio come facevi con tuo figlio,
seduta sulla sedia di casa in attesa che Giuseppe tornasse dal lavoro.
Prendici per mano come facevi con il fanciullo Gesù,
portaci nel tempio di Dio
e insegnaci a dire grazie al Padre del poco o tanto che abbiamo.
Tu, stella del mare, tieni accesa ai naviganti
la tua luce che ricorda sapori di casa,
intimi colloqui familiari e affettuosi silenzi.
Tu, madre di misericordia,
suggerisci ai nostri orecchi parole di conforto
quando, stanchi, siamo tentati di fermarci.
Tu, porta del cielo, quando arriveremo,
aprici la porta del Paradiso
come aprivi con gioia la porta di casa a Giuseppe e Gesù
e saremo con te nella gioia eterna. Amen”
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