Il tema ormai è diventato un tormentone. La consegna della posta a giorni alterni penalizza numerosi cittadini. Lo abbiamo scritto infinite volte. Non si possono dividere gli utenti tra quelli a cui la corrispondenza arriva ogni giorno e quelli che la ricevono cinque giorni su 14.
Il diritto ad essere informati e non solo, quindi ad essere raggiunti ogni giorno dal postino, appartiene a quei servizi universali che vanno al di là di un bilancio composto solo da costi e ricavi.
Ci sono benefici che non si possono tradurre in cifre, ma che rappresentano un di più di democrazia e partecipazione che difficilmente si riesce a quantificare in voci attive di un rendiconto.
Diciamo questo per due fatti verificatisi nelle ultime settimane e che meritano di essere ripresi. Martedì 13 settembre il Senato ha approvato la riforma dell’editoria. In questi giorni il provvedimento è alla Camera per il via libera definitivo. Poi toccherà al governo riempire di contenuti la legge delega che in Parlamento ha definito la cornice del quadro normativo su cui dovrà legiferare l’esecutivo. Di certo possiamo già dire che alcune norme vanno in favore del pluralismo informativo e del sostegno indirizzato a chi sul serio favorisce la presenza di più voci sia sul mercato nazionale sia su quello locale. I criteri da sempre invocati dalla nostra Federazione nazionale, la Fisc, rigore ed equità sembra siano stati recepiti e diverranno operativi con l’entrata in vigore della riforma che, pare, sarà pronta per il 2017.
Ma se da un lato viene riconosciuta l’importanza dei nostri giornali e per questo motivo l’intenzione del legislatore è che vengano maggiormente sostenuti, dall’altro lato non si può metterli in discussione con una consegna postale a singhiozzo che rischia di fare perdere una gran fetta di abbonati esasperati dal ritardato recapito. Al momento non ci sono alternative praticabili alla consegna a domicilio messa in atto da Poste italiane.
Il Parlamento europeo, il 15 settembre scorso, ha approvato a larghissima maggioranza una risoluzione non vincolante per i Paesi membri, ma importantissima dal punto di vista politico. Si legge, tra l’altro, che il servizio universale deve essere “di alta qualità a condizioni accessibili, comprendente almeno cinque giorni di consegna e di raccolta a settimana per tutti i cittadini”. Direi che basterebbe questo. Poco oltre si trova scritto, a proposito di accessibilità ai servizi universali “specialmente nel caso dei cittadini… e di quanti risiedono in zone remote”. Non sarà vincolante, ma più chiaro di così il Parlamento europeo non poteva essere. Chi ha orecchi…
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