Galantino“È giunto il momento di pensarci insieme, religiosi e vescovi, chiamati a essere segno di ciò che la Chiesa è chiamata a fare oggi, tempo magnifico e drammatico: lavorare insieme oppure, ognuno al proprio posto, diventare irrilevanti o dannosi”. Lo ha detto monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ai 110 superiori provinciali che partecipano ai lavori della 56ª assemblea generale della Cism (Conferenza italiana superiori maggiori) a Rimini. “Troppe ancora le energie sprecate in controversie che fanno perdere tempo”, ha aggiunto, a danno della trasformazione missionaria della Chiesa. Richiamando l’Evangelii gaudium di Papa Francesco, mons. Galantino ha invitato a “tornare sulla strada, abitare frontiere esistenziali e geografiche per accompagnare l’umanità ferita e stanca”. Prendere iniziative e “riscoprire la mistica di vivere insieme, radicata nelle fede nell’incarnazione per la rivoluzione della tenerezza”. E poi non abbandonare lo specifico, l’audacia dell’improbabile: “Non autoridursi a fare qualcosa in qualche momento, ma cercare continuamente di incrociare storie concrete, essere missionari su questa terra per vivificare, sollevare, liberare”. Carismi che devono risaltare con più evidenza e contribuire ad aiutare la pastorale ordinaria, indicandole “ciò che è essenziale”. Conciliare, infine, comunione e alterità “osando al nostro interno, dando fiducia reciproca”. Per fare ciò è necessario fissare lo sguardo su Cristo o tutto sarà “mera strategia, poco profetica e poco reale”. E se il documento Mutuae relationes è stato strumento efficace, educarsi alle relazioni resta impegno costante di tutti: “Che ogni Istituto sia presente in una chiesa particolare”, ha concluso mons. Galantino, “come risposta a un bisogno reale, facendo percepire il carisma specifico e testimoniando insieme la gioia di essere comunione”.

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