Usa, uno stile di vita mortale. Gli americani muoiono per droga o incidenti automobilistici. Nel caos delle notizie internazionali che si rincorrono ogni giorno, i dati statistici sull’aumento della mortalità negli Usa dovrebbero saltare in prima pagina. Per la prima volta, dopo più di venti anni, un paese industrializzato e benestante (una delle economie nazionali più floride e potenti del mondo) fa registrare un inedito aumento dei tassi di mortalità. Si tratta di percentuali piccole, in fondo, ma ciò che fa riflettere è nei dettagli. Il tasso di mortalità è aumentato, nel 2015, fra i bianchi americani di un’età compresa fra i 45 e i 54 anni. Non cambiano invece le statistiche fra gli ispanici e gli afroamericani. Fra le cause di morte diminuisce l’incidenza dei tumori ma crescono gli indicatori dei decessi per avvelenamento (da droghe, soprattutto) e per incidenti automobilistici. Papa Francesco lo va ripetendo da tempo. Lo stile della vita contemporanea è contrario alle legittime aspettative dell’umanità. I dati che emergono da un nuovo rapporto che i “Centers for Disease Control and Prevention” hanno pubblicato solo pochi giorni fa, sono allarmanti e sembrano confermare, con la freddezza tipica della statistica, quello che dice il Papa. Nel 2015 sono morti 86.212 americani in più rispetto all’anno precedente. Ciò significa che l’aspettativa di vita negli Stati Uniti sta andando nella direzione sbagliata, una cosa che non accadeva dal 1993.
I dati del rapporto “Mortality in the United States, 2015” dimostrano che l’aspettativa di vita negli Stati Uniti è scesa nel 2015, un calo di 0,1 anni rispetto all’anno precedente. Di solito è dato per scontato che l’aspettativa di vita aumenti ogni anno, soprattutto nei paesi sviluppati come gli Stati Uniti.
Il nuovo rapporto del CDC invece evidenzia la necessità di un esame inedito e più approfondito.
L’ultima volta che venne registrato un tasso di mortalità in aumento negli Usa fu il 1993, anno dell’esplosione del fenomeno drammatico di malattie nuove e letali come l’Hiv/Aids. Dopo più di venti anni di relativa serenità, i ricercatori hanno avuto i primi sentori di un nuovo problema quando, a ottobre, in una delle pubblicazioni periodiche di “Pnas – Proceedings of the National Academy of Sciences”, vennero pubblicate le prime informazioni su un fenomeno completamente inaspettato: i bianchi di mezz’età, negli Stati Uniti vivono una vita più breve e, ovviamente, meno salutare.
Dal 1998 al 2013 i tassi di mortalità tra i bianchi americani di età compresa tra i 45 ei 54 sono aumentati di mezzo punto percentuale all’anno.
Il nuovo rapporto che i “Centers for Disease Control and Prevention” hanno pubblicato a dicembre, amplia la ricerca e fornisce i dati circa l’intera popolazione degli Stati Uniti. E i numeri non sono incoraggianti. Nel 2015, l’aspettativa di vita maschile è scesa da 76,5 a 76,3 anni, e per le donne, è scesa da 81,3 a 81,2 anni. Il tasso di mortalità è aumentato dell’1.2 per cento: si è passati da 724,6 decessi per 100.000 persone nel 2014 ai 733,1 nel 2015. La mortalità tra le donne nere, le donne ispaniche, e gli uomini ispanici invece non è cambiata dal 2014 al 2015. Tutti i dati, quindi, concorrono a formulare un’unica diagnosi: la vita cosiddetta benestante è diventata insalubre. Nel 2015, le 10 principali cause di morte erano le stesse dell’anno prima: malattie cardiache, cancro, malattie respiratorie croniche, lesioni colpose, ictus, il morbo di Alzheimer, il diabete, l’influenza e la polmonite, malattie renali e, purtroppo, il suicidio. Tutti gli indicatori di queste cause di morte sono aumentati nel 2015 rispetto all’anno precedente, ad eccezione di quelli relativi alla polmonite, che è rimasto lo stesso, e al cancro, che è sceso del 1,7 per cento. Un ricercatore dei “Centers for Disease Control and Prevention” , il professore Jaquan Xu, dice che la compulsiva diffusione di oppioidi è in parte responsabile. Secondo il ricercatore, “gli avvelenamenti accidentali sono aumentate del 13 per cento nel 2015. Il 97 per cento di questi avvelenamenti accidentali sono causati da overdose di droga e alcol. Allo stesso tempo, le morti per incidenti automobilistici sono cresciute, vertiginosamente, del sei per cento”.
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