Tommaso e Lucrezia ci raccontano la tappa conclusiva della loro breve ma intensa esperienza in centro Italia:
I ragazzi della Comunità Don Gnocchi di Varese sono giunti al termine di questa esperienza nei i luoghi colpiti dal sisma
Ieri mattina, dopo esserci preparati, siamo tornati nei luoghi di accoglienza per le persone colpite dal sisma in cui eravamo stati il giorno precedente, distribuiti tra San Benedetto del Tronto nelle Marche e Villarosa in Abruzzo. Questa volta, è stato Annunziato a raccontarci la sua terribile esperienza; durante la scossa, è venuta a crollare la gran parte della sua abitazione e di quella del suo vicino nel paesino di Arquata. Abbiamo potuto notare la sua agitazione mentre ci parlava del terrore che ha provato nei momenti subito successivi al terremoto nei quali era impossibilitato ad uscire a causa delle travi e dei cardini che erano crollati. Abbiamo quindi cercato di consolarlo, per quanto possibile, cercando di fargli tornare alla memoria momenti più sereni della sua vita come il periodo in cui è stato fidanzato proprio con una ragazza di Varese. Dopo esserci congedati, siamo tornati alla Caritas di San Benedetto dove abbiamo potuto mangiare un pasto caldo offerto da alcuni volontari. Nel pomeriggio, invece, ci siamo recati in visita alle zone più colpite come Amatrice, Accumoli e Pescara del Tronto. La Protezione Civile, i Vigili del Fuoco e le forze dell’ordine, tra le quali, curiosa coincidenza, era presente anche una squadra proveniente da Varese, ci hanno gentilmente accompagnato e hanno consentito al nostro passaggio in questi luoghi altrimenti inaccessibili per ovvie questioni di sicurezza.
Qui, abbiamo preso coscienza di tutto quello che finora avevamo solo potuto immaginare. Le macerie e i resti delle case hanno avuto un forte impatto sulla nostra sensibilità; osservare così da vicino una disgrazia di quelle dimensioni non è una cosa che passa senza lasciare il segno. La propria casa, del resto, è lo spazio in cui ci si sente a proprio agio, protetti completamente, è un sogno e un progetto di tante persone, un luogo in cui si coltivano le speranze di una famiglia e di un futuro felice. Quando essa viene a mancare all’improvviso, ci si sente persi, disorientati, vuoti; improvvisamente ti assale la paura che non potrai mai più trovarti bene in nessun altro luogo. Con il giusto supporto, però, è possibile rinascere e pensare a ricominciare tutto da zero, anche se questo può costare lacrime e fatica.
In serata, siamo tornati a Ripatransone per la cena e l’ultima serata in compagnia tra giochi e canti che hanno, seppur leggermente, alleviato il dolore provato in questa giornata.
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