“Nella storia del Paese mai nessun Governo aveva fatto soffrire così tanto, per le sue azioni e omissioni”. Lo ha affermato presidente della Conferenza episcopale venezuelana (Cev), monsignor Diego Padrón Sánchez, vescovo di Cumaná, concludendo la prolusione all’assemblea plenaria dei vescovi venezuelani. Il presule ha sottolineato nel contempo che la Chiesa durante il 2016 “non ha cessato di offrire una visione realistica della situazione”, richiamando gli attori politici a pensare al bene del Paese piuttosto che a quello della propria parte e non cessando di chiedere alle autorità governative l’apertura di un canale umanitario, mettendo a disposizione le strutture della Caritas per la distribuzione di medicinali, “servizio che viene prestato solo su piccola scala”.
Proprio nei primi giorni dell’anno il presidente Nicolás Maduro ha lanciato una nuova controversa iniziativa, il Carnet de la Patria, un razionamento dei generi di prima necessità peraltro quasi introvabili. “Noi venezuelani – ha concluso mons. Padrón – iniziamo il 2017 immersi nel caos, viviamo una tragedia reale, di proporzioni storiche, che colpisce le persone, le comunità e le istituzioni, e non solo nel loro funzionamento, ma anche nelle loro radici più profonde”. “Non tutto è perduto, però, se ci sarà una cittadinanza cosciente, attiva nella fede e nella speranza, capace di progettare e intraprendere nuove e migliori strade”. L’Assemblea dei vescovi e del laicato del Venezuela, che si concluderà oggi, ha anche lavorato a lungo sul ruolo dei laici nella Chiesa del Paese.
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