Fino a 3.600.000 attacchi informatici sventati quotidianamente: è ciò che affrontano i sistemi di sicurezza vaticani. A protezione della Santa Sede vi sono sistemi perimetrali che filtrano il flusso di dati tra l’interno e fuori, che si aggiungono agli antivirus installati sui singoli dispositivi. All’indomani del caso di cyberspionaggio che ha portato all’arresto dei fratelli Occhionero, dove tra le persone intercettate figura anche il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la cultura, il sistema informatico della Santa Sede sembra essere un fortino inespugnabile, con dispositivi di sicurezza che “ci sono e funzionano”: i sistemi perimetrali controllano le mail, e dunque a un virus come quello utilizzato sarebbe stato sbarrato l’accesso, come pure sono precluse fuoriuscite anomale di dati. Ma basta collegarsi con il computer portatile personale, o con uno smartphone, alla connessione domestica o a una wifi pubblica per non essere riparati dallo scudo informatico.

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