Ammissione a penitenza ed eucarestia a fedeli in situazioni illegittime, ma a precise condizioni. Nelle cinquanta pagine di un opuscolo presentato oggi in Vaticano, il cardinale Francesco Coccopalmerio rilegge così il famoso capitolo VIII di Amoris Laetitia, in cui Papa Francesco affronta i nodi della pastorale di famiglia e matrimonio. E sulla possibilità della comunione ai divorziati risposati, il dibattito ha registrato l’opposizione soprattutto di quattro cardinali che nei mesi scorsi hanno espresso pubblicamente forti riserve. Per il card. Coccopalmerio non ci sono differenze nel concepire il Magistero della Chiesa, ma diversa sensibilità.
Le diverse interpretazioni, ha sottolineato il card. Coccopalmerio in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, “dipendono dalle sensibilità e dalle sottolineature. Se si sottolinea maggiormente la Dottrina si è portati a dire: ‘Non puoi accedere ai sacramenti’. E questo è giustissimo. Però se si guardano negli occhi le persone e si considera la loro situazione concreta si arriva a dire: ‘Questa persona capisce di essere in una posizione irregolare, desidera cambiare, ma non lo può fare’. Certamente dove c’è la possibilità di cambiare c’è il dovere di cambiare”.
“Il caso deve essere ben preciso: la persona vive in questa situazione non legittima, si rende conto di questo, vorrebbe cambiare ma non può. E il motivo dell’impossibilità è proprio di non andare contro o ledere persone innocenti, soprattutto se si tratta di bambini. In questo caso la Chiesa può dire: ‘Aiutiamo queste persone, con il sacramento della penitenza e dell’eucarestia, a progredire verso una maturità e pienezza di attuazione del proposito’”.
“Deve essere ben chiaro – ha aggiunto il card. Coccopalmerio – che chi si trova in tali condizioni non può ‘auctoritate sua’ dire ‘accedo alla penitenza e all’eucarestia’. Deve comunque consultare l’autorità competente come il proprio parroco che potrà o dovrà consultarsi con un suo superiore che è l’ordinario diocesano”.
“Il dibattere è sempre molto importante e positivo – ha concluso il card. Coccopalmerio – ci deve essere però nella contrapposizione di modi di pensare e sentire una comunione di fondo ma credo che questa non sia stata mai offesa”.
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