“Quando una persona vive nel suo ambiente chiuso, respira quell’aria propria dei suoi beni, della sua soddisfazione, della vanità, di sentirsi sicuro e si fida soltanto di se stesso, perde l’orientamento, perde la bussola e non sa dove sono i limiti”. A denunciarlo è stato il Papa, nell’omelia della Messa celebrata ieri a Santa Marta, a commento della parabola del povero Lazzaro e del ricco senza nome. Il ricco, ha spiegato Francesco, “sapeva chi era il povero, sapeva anche come si chiamava, ma non gli importava”. “C’è un punto, c’è un momento, c’è un limite dal quale difficilmente si torna indietro: è quando il peccato si trasforma in corruzione”, ha ammonito il Papa: “E questo non era un peccatore, era un corrotto. Perché sapeva delle tante miserie, ma lui era felice lì e non gli importava niente”. “Maledetto l’uomo che confida in se stesso, che confida nel suo cuore”, le parole di Francesco: “Niente è più infido del cuore, e difficilmente guarisce. Quando tu sai quella strada di malattia, difficilmente guarirai”. Poi la domanda: “Cosa sentiamo nel cuore quando andiamo per strada e vediamo i senzatetto, vediamo i bambini da soli che chiedono l’elemosina … ‘No, ma questi sono di quella etnia che rubano …’, vado avanti, faccio così? I senzatetto, i poveri, quelli abbandonati, anche quelli senzatetto benvestiti, perché non hanno soldi per pagare l’affitto perché non hanno lavoro… cosa sento io? Questo è parte del panorama, del paesaggio di una città, come una statua, la fermata del bus, l’ufficio della posta, e anche i senzatetto sono parte della città? È normale, questo? State attenti. Stiamo attenti. Quando queste cose nel nostro cuore risuonano come normali – ‘ma sì, la vita è così … io mangio, bevo, ma per togliermi un po’ di senso di colpa do un offerta e vado avanti’ – la strada non va bene”. L’invito del Papa è ad accorgersi quando siamo sulla strada “scivolosa dal peccato alla corruzione”: “Cosa sento, io – la domanda – quando al telegiornale vedo che è caduta una bomba là, su un ospedale, e sono morti tanti bambini, la povera gente. Dico una preghiera e poi continuo a vivere come se niente fosse? ‘Entra nel mio cuore questo’ oppure ‘sono come questo ricco che il dramma di questo Lazzaro, del quale avevano più pietà i cani, non entrò mai nel cuore?’”. Se fosse così, ha ammonito Francesco, sarei in un “cammino dal peccato alla corruzione”.
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