CUPRA MATITTIMA – Intervista in esclusiva per l’Ancora al parroco di San Basso.
Come era composta la sua famiglia di origine?
Sono nato il primo maggio del 1953, la mia famiglia era composta da mio padre Alfredo nativo di Monteprandone, mia madre Gemma originaria di Spinetoli e mia sorella.
Mio padre era un carabiniere, mia mamma ha lavorato per tanti anni presso la fabbrica di mattonelle.
Cosa sognavi di fare da bambino?
Sognavo di fare il pilota di aerei.
Come è nata la tua vocazione? Come è stato il tuo percorso di studi?
Fin da piccolo ho fatto il chierichetto con Don Teodoro all’Annunziata, la decisione di entrare in Seminario è nata una domenica sera nel mese di maggio.
Ero in Chiesa, dopo che avevo messo apposto tutte le sedie dell’Annunziata, uscii fuori e vi trovai la mia famiglia che parlava con Don Teodoro del mio futuro.
Mia madre diceva al parroco che volevo andare dai salesiani ad Ivrea ed invece don Teodoro disse: “lo mandiamo in seminario” e fu così che a dodici anni intrapresi il percorso sacerdotale.
Gli anni del seminario sono stati anni bellissimi, tra lo studio, il gioco e le amicizie.
Siamo entrati nell’istituto che eravamo una trentina di ragazzi ad iniziare il percorso del sacerdozio, ma solo io diventai prete.
Un piccolo aneddoto della giovinezza?
Quando chiudevo la Chiesa dell’Annunziata che era buia don Alessandro Rapani mi incoraggiava e io di corsa spegnevo le luci e uscivo.
Come sono stati questi anni di sacerdozio a Cupra Marittima?
Ero stato già a Cupra Marittima, da vice parroco nel 1981 e qui iniziai tante attività, come il centro sportivo che quest’anno celebrerà i trent’anni di attività.
Secondo me ai nostri preti giovanissimi gli manca l’apprendistato, perché l’essere Prete è un arte che si impara avendo affianco un sacerdote anziano che ti insegna, ti guida e di corregge.
Questi sacerdoti che diventano molto velocemente parroci perdono un tratto di cammino che secondo me è molto importante.
Comunque tornare a Cupra dopo 15 anni è stato impegnativo, mi trovo molto bene perché si vive la vita di comunità.
Come proseguono i lavori della Chiesa?
Guardando l’impegno preso con gli occhi di oggi, posso dire che siamo stati un po’ incoscienti, perché stiamo vivendo il terzo anno di Chiesa chiusa, e adesso celebriamo le funzioni al cinema ed i fedeli sono stanchi per tanti motivi.
Però siamo in dirittura d’arrivo, ti dico a bassa voce, che il 1 novembre dovremmo inaugurare la Chiesa.
San Basso aveva bisogno di questo restauro, è una signora di 120 anni che doveva essere riconsolidata.
Stiamo pensando a come sarà anche il nuovo presbiterio, a breve faremo un assemblea con i fedeli, dove presenteremo la teologia liturgica e decideremo insieme come procedere.
Quale la sua canzone preferita?
Non ascolto frequentemente la musica perché in macchina non ho l’autoradio per un motivo ben preciso, tanti anni fa me la regalarono e dopo nemmeno una settimana me la rubarono.
Le mie canzoni preferite sono “Cosa sarà” e “l’anno che verrà” di Lucio Dalla.
Una canzone invece popolare è “Vola vola”.
Il film preferito?
Il mio film preferito è “La vita è bella”, gli ultimi film che mi sono piaciuti invece sono “cosa piove dal cielo” e “E ora dove andiamo”.
Il libro preferito?
Il Santo Curato D’Ars
Come ha vissuto il Sinodo?
Il Sinodo in molti dicono che non è servito, invece per me si.
È servito perché dal Sinodo è uscito uno stile che la nostra Chiesa Diocesana non può disconoscere.
Sono molto orgoglioso de Sinodo, perchè è stata una grazia di Dio.
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