ZENIT / di Anita Bourdin
“Ho visto la bellezza della Chiesa in Egitto”. Lo ha dichiarato papa Francesco nell’Udienza generale di mercoledì 3 maggio 2017, durante la quale — come di consueto dopo un viaggio apostolico all’estero — ha proposto una rilettura delle sue 27 ore di permanenza al Cairo e ha sottolineato il ruolo che svolge il Paese ospitante per la pace nella regione.
Prima di soffermarsi sulle singole tappe del suo viaggio, il Papa ha voluto ringraziare le autorità civili e religiose, e l’intero popolo egiziano “per la partecipazione e l’affetto con cui ha vissuto questa visita del Successore di San Pietro”.
Poi ha parlato della sua partecipazione alla conferenza di pace interreligiosa promossa dall’Università Al-Azhar, avvenuta il primo giorno del viaggio, venerdì 28 aprile. “La mia visita all’Università Al-Azhar”, ha ricordato Francesco, “ha avuto un doppio orizzonte: quello del dialogo tra i cristiani e i musulmani e, al tempo stesso, quello della promozione della pace nel mondo”. “In tale contesto ho offerto una riflessione che ha valorizzato la storia dell’Egitto come terra di civiltà e terra di alleanze”, ha spiegato.
In seguito il Pontefice si è soffermato sul suo incontro con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e le autorità civili del Paese. “Il grande patrimonio storico e religioso dell’Egitto e il suo ruolo nella regione mediorientale gli conferiscono un compito peculiare nel cammino verso una pace stabile e duratura, che poggi non sul diritto della forza, ma sulla forza del diritto”, ha proseguito Francesco.
La terza grande tappa era l’incontro con il Patriarca copto-ortodosso, durante il quale i due leader religiosi hanno reso omaggio alle vittime degli ultimi attentati. “Un forte segno di comunione, grazie a Dio, abbiamo potuto darlo insieme con il mio caro fratello Papa Tawadros II, Patriarca dei Copti ortodossi. Abbiamo rinnovato l’impegno, anche firmando una Dichiarazione Comune, di camminare insieme e di impegnarci per non ripetere il Battesimo amministrato nelle rispettive Chiese”, ha detto.
Il secondo giorno del viaggio, sabato 29 aprile, è stato dedicato ai fedeli cattolici, ha ricordato il Papa. “La Santa Messa celebrata nello Stadio messo a disposizione dalle autorità egiziane è stata una festa di fede e di fraternità”, ha detto Francesco, che poi ha evocato l’incontro con i sacerdoti, i religiosi e le religiose e i seminaristi nel Seminario Maggiore di Maadi.
“In questa comunità di uomini e donne che hanno scelto di donare la vita a Cristo per il Regno di Dio, ho visto la bellezza della Chiesa in Egitto, e ho pregato per tutti i cristiani nel Medio Oriente, perché, guidati dai loro pastori e accompagnati dai consacrati, siano sale e luce in quelle terre, in mezzo a quei popoli”, ha dichiarato Francesco, ricordando che “l’Egitto, per noi, è stato segno di speranza, di rifugio, di aiuto”.
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