di Francesco Rossi
ITALIA – Al via la “stagione” delle dichiarazioni fiscali, tra 730 e modello Redditi (ex Unico), rimborsi (e trattenute) in busta paga, pagamenti e compensazioni attraverso l’F24. Dal 18 aprile è disponibile la “dichiarazione precompilata” per circa 30 milioni di contribuenti, liberi di accettarla senza modifiche (nel caso del 730), oppure modificarla e integrarla prima dell’invio (opzione valida sia per il 730, sia per il modello Redditi). Dal 2 maggio si potranno inviare in maniera telematica le dichiarazioni all’Agenzia delle entrate tramite l’applicazione web, ma Caf e studi professionali (cui si rivolgono la maggior parte dei contribuenti) sono già all’opera con appuntamenti e dichiarazioni.
Per chi fa da sé, se accetta senza modifiche il 730 precompilato, non dovrà più esibire le ricevute e non sarà soggetto a “controlli documentali sugli oneri detraibili e deducibili che sono stati comunicati all’Agenzia delle entrate”, puntualizzano le istruzioni. Ma ci possono essere controlli sui “dati comunicati dai sostituti d’imposta mediante la Certificazione unica”, come pure può essere chiesta “la documentazione necessaria per verificare la sussistenza dei requisiti soggettivi” per fruire di determinate agevolazioni (ad esempio, l’“effettiva destinazione dell’immobile ad abitazione principale entro un anno dall’acquisto, nel caso di detrazione degli interessi passivi sul mutuo ipotecario per l’acquisto dell’abitazione principale”). Fermo restando che, se il 730 precompilato viene presentato, con o senza modifiche, tramite Caf o professionisti abilitati, eventuali controlli saranno direttamente a loro carico, e saranno loro a pagare eventuali sanzioni, “salvo i casi di condotta dolosa del contribuente”.
Cosa c’è nella precompilata? La dichiarazione precompilata quest’anno contiene “molti più dati sulle spese sanitarie”, ricorda l’Agenzia delle entrate, comprendendo ora farmaci acquistati presso farmacie e parafarmacie, spese sostenute per ottici, psicologi, infermieri, ostetriche, tecnici sanitari di radiologia medica e strutture autorizzate a fornire i servizi sanitari e non accreditate. Inoltre, quest’anno il 730 precompilato contiene le spese veterinarie e quelle per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni dei condomini. Poi, sono presenti quelle già considerate lo scorso anno, ovvero interessi passivi sui mutui, premi assicurativi, contributi previdenziali e assistenziali, contributi versati per lavoratori domestici, spese universitarie e relativi rimborsi, spese funebri, contributi versati alla previdenza complementare, bonifici riguardanti le spese per interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica degli edifici. La semplificazione pare stia prendendo forma, mavale la pena sempre controllare se, con i documenti in proprio possesso, il risparmio fiscale è sensibilmente diverso e quindi modificare la dichiarazione precompilata proposta.
Proviamo allora a vedere quali risparmi fiscali può ottenere una famiglia con figli.
Tra detrazioni e deduzioni. Innanzitutto, la ripartizione dei carichi di famiglia. Entrambi i genitori hanno diritto alla detrazione per i figli a carico, oltre a detrarre o dedurre oneri e spese sostenuti per loro. La ripartizione generalmente è al 50% tra i due genitori, ma costoro possono decidere di comune accordo che a farsi carico dei figli (e beneficiare delle relative detrazioni e deduzioni) sia integralmente quello, tra i due, con il reddito più alto.
Fin dall’infanzia, poi, ci sono delle spese che si possono detrarre: ciò significa che il 19% della spesa sostenuta (al netto di eventuali franchigie e tetti) va a “scontare” l’imposta da pagare (e, per un lavoratore dipendente senza altri redditi, questo si traduce generalmente in un credito d’imposta che viene rimborsato nel 730). Nel caso della retta dell’asilo nido, pubblico o privato, l’importo che si può portare in detrazione è di massimo 632 euro annui per ogni figlio fiscalmente a carico (che equivale a un risparmio fiscale di 120 euro).
Mentre le spese sanitarie per i familiari a carico si sommano a quelle sostenute dal contribuente per sé, calcolando la detrazione sulla parte che supera l’importo di 129,11 euro. Attenzione però: se il figlio è disabile le spese mediche e di assistenza specifica sono deducibili, ossia vanno a ridurre il reddito su cui si calcola l’imposta (soluzione generalmente più vantaggiosa della detrazione, soprattutto per i redditi medio-alti, che così ottengono un maggiore risparmio).
Deducibile è pure il 50% delle spese sostenute dai genitori per l’adozione di minori stranieri.
Man mano che i figli crescono, poi, ci sono altri tipi di detrazioni cui si ha diritto, come le spese d’istruzione – dalla scuola dell’infanzia alle superiori – per un importo annuo fino a 564 euro per ciascun alunno o studente, e quelle per attività sportive praticate dai ragazzi tra i 5 e i 18 anni: un massimo di 210 euro per ogni minore per l’iscrizione annuale e l’abbonamento ad associazioni sportive, palestre, piscine e altre strutture e impianti destinati alla pratica sportiva dilettantistica.
Infine, se i figli continuano a studiare fino all’università (e sono ancora a carico dei genitori, altrimenti le detrazioni spetteranno direttamente a loro), sono detraibili le spese d’istruzione universitaria e quelle sostenute dagli studenti universitari per canoni di locazione (massimo 2.633 euro l’anno), purché l’ateneo disti almeno 100 chilometri dalla residenza.
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