Era già sbarcato nel marzo scorso su Twitter e Instagram, ma con il suo arrivo su Facebook l’Obolo di San Pietro diventa adesso ancora più social. Per ora la pagina esiste solo in italiano ma a settembre e ottobre dovrebbero andare online anche le pagine in spagnolo e in inglese. Ad annunciarlo è un comunicato stampa diffuso venerdì 19 maggio dalla Segreteria di Stato.
“L’obiettivo è creare uno spazio virtuale aperto a tutti per condividere e far conoscere le opere di carità sostenute da questa secolare iniziativa”, si legge nella nota vaticana.
Si tratta da un lato di creare “una comunità aperta a tutti” e dall’altro di “condividere e raccontare l’attività di questo secolare Ufficio di Solidarietà”, spiega il comunicato.
Tra le opere sostenute con l’Obolo, la nota menziona l’ampliamento dell’Istituto “Filippo Smaldone” per bambini poveri e audiolesi di Kigali in Rwanda, inoltre l’assegnazione di dieci borse di studio per aiutare giovani sfollati universitari del Kurdistan iracheno e l’apertura di una nuova scuola primaria per i bambini dalit (i senza casta o “intoccabili”) in India.
Come ricorda il comunicato, la Colletta “per le molteplici necessità della Chiesa universale e per le opere di carità in favore dei più bisognosi” viene effettuata in tutto il mondo cattolico, a seconda delle diocesi, il 29 giugno, Solennità dei Santi Pietro e Paolo, o la domenica più vicina ad essa.
Il “Denarius Sancti Petri”, le cui origini risalgono all’VIII secolo nei paesi anglosassoni, è stato riconosciuto ufficialmente da Pio IX con l’enciclica “Saepe venerabilis” (1871)
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