DIOCESI – Venerdì 9 giugno, presso la sala Polivalente della Casa della Carità della diocesi, è avvenuto l’incontro di fine anno pastorale con tutti i volontari della Caritas Diocesana. Dopo la preghiera del Vespro è stata presentata la Relazione dell’anno 2016 dal Direttore don Gianni Croci. Viva soddisfazione e gratitudine è stata espressa dal Presidente Diocesano della caritas, Mons. Carlo Bresciani. Pubblichiamo un estratto del saluto del Vescovo a tutti i volontari presenti:

La prima cosa che vorrei dire è un grande grazie. Guardando ciò che è stato proiettato possiamo notare quanto sia importante la Caritas e di come operi all’interno delle parrocchie, ma notiamo che c’è ancora molto da fare. Occorre avere però coscienza che stiamo facendo qualcosa di bello, con il solo volontariato.
La gratuità è infatti un elemento fondamentale della fede, per cui i volontari stanno lavorando in quelle che papa Francesco chiama “periferie esistenziali”. In questi luoghi la chiesa si manifesta e si manifesta proprio attraverso gli uomini che prestano il loro servizio. La seconda cosa che è importante sottolineare è il lavoro di squadra, magari deve migliorare ancora, ma permette di raggiungere certi obiettivi.
Non tutti ovviamente possono fare tutto, ma ho visto diversi settori che insieme, attraverso un lavoro di squadra, hanno ridato dignità; se non si fa squadra non si vince nessuna partita e tale deve essere il lavoro della Caritas quando risponde hai bisogni. Più si fa squadra più si fa goal. Quindi, mi sento in dovere di dire grazie. Anche se questo servizio è sconosciuto, il cristiano non deve mettersi in mostra, ma deve operare, con la consapevolezza di sapere ciò che fa. E se anche non riceve il giusto riconoscimento del suo operato, deve sempre ricordare il motivo che lo spinge a rendersi disponibile agli altri. La Caritas non è solo un semplice servizio, ma ha lo scopo di ridare dignità alle persone che hanno bisogno di aiuto. Dietro un bisogno c’è una persona che ha la sua dignità, dunque la Caritas non è solo assistenza, ma deve dare ad ognuno, e so che non è facile, gli strumenti affinché si possa prendere cura da sola, senza dipendere da nessuno. Occorre puntare sulle abilità dell’uomo e la carità di Dio ci da qualche stimolo. Si fa squadra per ridare dignità alle persone ed è ciò che da senso alle parrocchie.
La Caritas nazionale ha si i suoi compiti, ma la parrocchie insieme alle Caritas diocesane hanno il compito di diffondere la vita cristiana e di valorizzare i singoli individui. Occorre però che la Caritas diocesana e le Caritas parrocchiali facciano squadra affinché il messaggio cristiano possa trovare concretezza. Avere una squadra così significa andare incontro alla persona. Tutto questo può essere riassunto con la parola sinodalità. Oltre alla formazione però non dobbiamo dimenticare l’importanza della spiritualità, poiché non siamo fatti di sola materia e senza di essa non possiamo fare niente e che passa a sua volta per la formazione individuale. La spiritualità ci dà gioia e la vera chiesa è la gioia stessa. Occorre perciò essere contenti di ciò che si sta facendo, nonostante le difficoltà.

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