La Laudato si’ diventa un testo di studio per un corso di master in gestione ambientale: succede all’università di Nottingham, in un Regno Unito profondamente secolarizzato, dove, ormai, su 60 milioni di abitanti, la maggior parte battezzati, poco più di 4 milioni frequentano una chiesa e dove l’università di Oxford, qualche settimana fa, ha bandito dalla fiera delle matricole la più importante associazione cristiana. La notizia sorprende positivamente anche la Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles. “Non sappiamo di altri atenei laici dove vengano studiati i documenti della Chiesa. È insolito. Senza dubbio – confida un portavoce dei vescovi – siamo di fronte a uno dei frutti di questo pontificato”. Protagonista della storia il docente di geologia Paul Nathanail.
Professore, perché ha deciso di utilizzare questa enciclica di Papa Francesco?
È sempre più diffusa la consapevolezza che la scienza sappia quali siano i problemi e abbia la tecnologia per affrontarli, ma è molto importante incoraggiare le persone a cambiare il loro comportamento e questo è qualcosa che gli ingegneri e gli scienziati non possono fare.La cosa interessante per noi è che un’autorità spirituale così importante come il Papa, che guida milioni di persone, abbia scelto di usare la sua autorevolezza per incoraggiare un certo stile di comportamento ambientale.Non si tratta di un politico, uno scienziato, un ingegnere o un economista, che ci dice che cosa dobbiamo fare, ma di un leader spirituale che incoraggia i suoi fedeli a trattare bene l’ambiente.
E perché questo è interessante per voi accademici e scienziati?
Perché il problema della gestione ambientale non vuol dire soltanto capire quali siano i problemi più urgenti, dal cambiamento climatico all’inquinamento, ma anche identificare soluzioni e farle diventare realtà nella vita di tutti i giorni. I miei studenti, una volta laureati, vanno a lavorare in società di consulenza, autorità di controllo, ministeri dell’ambiente nel campo della gestione ambientale. Sono persone che metteranno a punto politiche o le implementeranno.
Può spiegarci come ha concretamente utilizzato la Laudato si’?
L’ho usata in piccoli gruppi. Gli studenti l’hanno letta e riassunta e poi l’abbiamo discussa insieme.
Come ha conosciuto la Laudato si’? Non si è posto il problema di prendere in mano un’enciclica in un contesto secolarizzato come una università, dove alcuni studenti potrebbero ritenerlo non “politicamente corretto”?
Ho trovato la Laudato si’ per caso, su Twitter, e ho pensato che non fosse un problema il fatto che è un documento cattolico perché gli studenti erano liberi di avere un atteggiamento critico.
Vorrei insegnare a chi frequenta i miei corsi a pensare con la propria testa
contando su una varietà di idee, e non ci sono limiti su quello che insegniamo, purché conosciamo bene la nostra materia. Insieme all’enciclica abbiamo dato agli studenti anche il discorso rivolto alle società di assicurazioni dal governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, anche lui cattolico, nel quale avverte che il cambiamento climatico mette a rischio la possibilità di assicurarsi contro inondazioni, tempeste e ondate di caldo perché questi disastri naturali sono aumentati di sei volte dagli anni cinquanta.
Lei è religioso?
Non voglio rispondere a questa domanda perché non è rilevante. Ho scelto di sottoporre ai miei studenti la Laudato si’ perché sono convinto che vengono avvantaggiati dal fatto di essere esposti al pensiero di un’importante personalità, che ha scelto di valorizzare la sua posizione per incoraggiare un certo stile di comportamento ambientale.
Lei ha tenuto anche un seminario su Lutero insieme a un suo collega, vero?
Sì. In occasione dell’anniversario dei 500 anni dalla Riforma protestante ho fatto un paragone tra Lutero e l’editoria moderna. Ho parlato dell’affissione delle 95 tesi sul portone della chiesa di Ognissanti del castello di Wittenberg come simile all’accesso alle pubblicazioni che abbiamo oggi online. In una seconda parte del seminario abbiamo spiegato come, inizialmente, la chiesa protestante non si occupava di ambiente mentre, più di recente, molti teologi protestanti hanno parlato della responsabilità di curare la natura.
Sembra che all’università di Nottingham il “politicamente corretto” non impedisca di dare spazio alla religione…
Penso che nella nostra università ci siano docenti che si sentono molto antireligiosi e altri che sono religiosi. L’istituzione è neutra.Festeggiamo il Natale con una funzione di canti religiosi e consentiamo ai nostri studenti di organizzare i loro esami in modo che possano osservare le festività religiose.
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