Ritirato il mandato di arresto internazionale per il leader indipendentista catalano Carles Puigdemont, e di altri quattro componenti dell’ex governo regionale: Antonio Comín, Lluís Puig, Meritxell Serret e Clara Ponsatí, rifugiatisi in Belgio. I cinque avrebbero “mostrato l’intenzione di rientrare in Spagna”, secondo la Corte suprema. In vista delle elezioni del 21 dicembre si tratta di un passaggio di rilievo per stemperare le tensioni a Barcellona. Nel frattempo Puidgemont prosegue la campagna elettorale, benché i sondaggi diano per favoriti, fra i diversi partiti che prendono parte al voto, da una parte la Esquerra Republicana de Catalunya (sinistra) e dall’altra il movimento Ciudadanos (centrodestra). Ma la battaglia politica è sostanzialmente tra i “costituzionalisti”, contrari alla richiesta di secessione da Madrid, e il variegato fronte indipendentista. Partecipando tramite video a un comizio elettorale, Puigdemont ha parlato del 21 dicembre come del “secondo turno del 1° ottobre” e “di ciò che è successo il 1° ottobre, con le violenze della polizia” sui cittadini che si recavano alle urne per votare al referendum incostituzionale per la secessione della Catalogna.

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