“Lasciare venire su le domande, senza anestetizzarle”. È la strada del discernimento, di cui “tutti abbiamo bisogno”, credenti e non credenti. Lo ha spiegato il Papa, rispondendo a braccio nella prima giornata del pre-Sinodo alla domanda di Maxime Rassion, presidente della Junior Consulting dell’Institut Catholique de Paris (Icp). “C’è un modo educato di anestetizzare le domande”, ha detto Francesco a proposito della “tecnica” che “finisce con la corruzione a guanti bianchi”. La “lealtà” verso se stessi, invece, “deve avere il coraggio di dire le verità crude, come sono, e farsi le domande crude, come sono, senza anestesia. Tutti noi abbiamo bisogno del discernimento, per questo nel titolo del Sinodo c’è questa parola”. “Tante comunità ecclesiali non sanno farlo o manca loro la capacità di discernimento”, il grido d’allarme del Papa, secondo il quale questo è “uno dei problemi che noi abbiamo”. “Non spaventarsi”, l’imperativo: “Discernere è accompagnare, ascoltare, cercare che la persona tiri fuori tutto e lui stesso cerchi di trovare la strada”. “Quando un giovane non trova questa strada del discernimento – non solo vocazionale – si chiude male, e chiudersi male nella vita è portare dentro un tumore, una cosa chiusa nell’anima che prima o poi ti fa un peso e ti toglie libertà”, le parole di Francesco, secondo il quale “è importante aprire tutto, non truccare, non mimetizzare i sentimenti, i pensieri”. La “volontà profonda”, ha spiegato il Papa, “è l’inizio del processo di discernimento che deve andare avanti durante tutta la vita: lasciare venire fuori i sentimenti, non anestetizzarli, non diminuirli, cercare qualcuno che ti dia fiducia per parlarne”.

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