Le proteste curde contro la Turchia e “il regime dispotico” di Erdogan arrivano dinanzi al Parlamento europeo. Nel pomeriggio di ieri in piazza Luxembourg, nei pressi degli edifici dell’Assemblea Ue a Bruxelles, un gruppo di manifestanti (come si vede nelle foto) ha innalzato striscioni e urlato slogan contro la guerra, per la liberazione di Afrin, contro le “repressioni di Ankara verso – questa è la tesi – il libero popolo curdo”.
I manifestanti rilasciano dichiarazioni ma non accettano di dare le generalità al giornalista. “Abbiamo paura”, affermano, “sia per noi, qui in Europa, sia, e soprattutto, per i nostri familiari che vivono sotto il potere della Turchia”. Ricordano che “nel passato recente alcuni attivisti dell’indipendenza curda o anche solo dei diritti umani in Turchia hanno trovato la morte. È accaduto ad esempio in Francia, mentre le nostre attività all’estero sono sotto il controllo delle spie”.
Affermazione, quest’ultima, da verificare. Ma intanto i manifestanti mostrano fotografie di torture e violenze attuate, spiegano, “dal regime di Erdogan contro le nostre città, i nostri bambini. E la guerra in Siria è diventata una scusa per prendersela anche con noi. L’Europa faccia qualcosa”. Seguono proteste contro l’Isis, la Russia e Assad. Tra gli slogan: “Solidarietà internazionale per i curdi” e “Pace in Siria e nel Medio Oriente”.

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