DIOCESI – E’ mezzogiorno. Da più parti della città si odono i rintocchi  delle campane. Continua il cammino della vita, il cammino nella fede.

In via Manara, lungo l’Albula, c’è gente che va a piedi, specie da quando, senza biglietto, non  fanno salire sul pullman. E’ diretta alla Caritas.

Uomini, donne, giovani vanno a passo lento. E’ pesante la croce che per ognuno ha un nome diverso: perdita di lavoro, dipendenze, malattia, sfortuna…

Intanto le auto sfrecciano. Tra queste, anche quelle di qualche volontario.  La vita è per tutti un esodo continuo. Come il popolo di Israele, più o meno coscientemente, cerchiamo la liberazione da ogni forma di schiavitù e dalla morte. Per alcuni il viaggio è più faticoso, irto di pericoli, pieno di tentazioni.

La Caritas diocesana, sita nel generoso e accogliente quartiere del Ponterotto, vuole essere  per  chi rimane indietro, non un miraggio, ma una vera oasi. Il luogo dove, non solo si può trovare dell’acqua e del cibo, ma anche un sorriso, un gesto di tenerezza, una parola che sa di verità detta dolcemente.

E’ Pasqua. Ritorna l’annuncio gioioso: la vita riprende sempre il sopravvento. Nessuno è destinato a rimanere nella tomba! Non di tramonti soltanto è fatta la storia umana, ma anche di continue albe!

L’Amore, inchiodato sulla croce, offre a tutti la possibilità di stare dentro una vita che sa di eternità. Ogni gesto di amore disinteressato e gratuito, ogni sguardo che riconosce nell’altro semplicemente un fratello, ogni parola che accarezza la fragilità, pian piano  rende  la vita indistruttibile. E allora si fa Pasqua.

A tutti auguriamo di vivere la Pasqua così.

La Caritas diocesana di S. Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto

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