“Nelle viscere del Paese si è determinato, in questi ultimi anni, un mutamento di paradigma: si è transitati dall’odio generico per la casta dei politici, in cui tutti erano uguali, alla contrapposizione verso i poteri forti, con la distinzione tra una politica ‘buona’ che si pone dalla parte dei cittadini contro le élite e una politica che, invece, appare distante e intenta a spartirsi poltrone e potere”. È quanto si legge nello speciale “L’Italia di fronte al nuovo Governo” di “PoliticApp”, diffuso oggi da Swg. Stando alle rilevazioni effettuate su 1.500 italiani maggiorenni, tra il 2017 e il maggio 2018 è cambiata la classifica delle realtà verso cui ribellarsi. Se nel 2017 la top five vedeva corrotti (42%), mafie (37%), politici (32%), tasse (28%) e burocrazia (25%), ora al primo e al secondo posto restano rispettivamente corrotti (42%) e mafie (31%), mentre al terzo posto sale burocrazia (28%), scalzando via politici (21%) che scendono al quinto posto a pari merito con l’immigrazione. Al quarto posto si piazzano i poteri forti, che entrano nella top five dei soggetti contro cui ribellarsi, passando dal 18% al 22%. Swg ha rilevato poi come in crescita, rispetto a un anno fa, ci sia anche la voglia di ribellarsi ai diktat dell’Europa (passa dal 6% all’11%). “I dati – si legge – portano alla luce un fenomeno da non sottovalutare: la trasformazione, nel percepito delle persone, delle classi dirigenti in élite; in soggetti colti, benestanti e di prestigio, più o meno autorevoli e rapaci, ma, in ogni caso, lontani e distaccati dalle persone e dalla comprensione della vita reale”. “Nella società – osserva ancora Swg – torna a crescere il pessimismo verso il futuro (il 38% avverte in caduta la propria condizione sociale), mentre resta alta la paura di non riuscire a prendersi cura della famiglia (46%) e il timore di non poter aiutare i figli (37%)”. Aumentano, inoltre, le apprensioni sul proprio tenore di vita e l’ansia di perdere i risparmi accumulati.

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