“A causa dei combattimenti in corso ad Hodeidah, circa 300mila bambini rimasti bloccati in città rischiano di essere uccisi o restare feriti”. Lo denuncia oggi Save the Children, impegnata negli aiuti umanitari in Yemen. “Siamo fortemente preoccupati per il rischio che il porto di Hodeidah venga chiuso e dell’impatto devastante che questa scelta potrebbe avere, come già abbiamo ripetutamente denunciato. Lo spettro di una carestia è infatti una possibilità reale e questo metterebbe a rischio la vita di centinaia di migliaia di persone”, ha affermato Tamer Kirolos, direttore di Save the Children in Yemen: “La battaglia di Hodeidah quasi certamente provocherà un’enorme perdita di vite umane tra i civili e gravi danni a infrastrutture di importanza vitale”. Save the Children ha più volte chiesto di prediligere una soluzione diplomatica, e non militare, per porre fine a questo conflitto brutale, “ma siamo ormai giunti al quarto anno di guerra e continuiamo a provare grande dolore per tutti i bambini di Hodeidah che non hanno mai chiesto questa guerra. Nonostante gli sforzi internazionali per convincere le parti in conflitto a rinunciare alla escalation di violenza, purtroppo, ancora una volta, il mondo ha fallito e non è riuscito a far nulla per restituire un futuro ai bambini dello Yemen”. Save the Children chiede con urgenza alle parti in conflitto “di rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario e adottare tutte le precauzioni possibili per proteggere i bambini, le loro famiglie e le infrastrutture civili, come scuole e ospedali, dall’impatto delle ostilità”. L’organizzazione chiede inoltre di assicurare a tutti i civili che vogliono fuggire dalle aree di conflitto “la possibilità di farlo in sicurezza; di garantire l’accesso umanitario e permettere alle persone di ricevere beni di prima necessità come cibo, acqua e forniture mediche; di non danneggiare e mantenere aperto il porto di Hodeidah per consentire l’ingresso di generi alimentari e cure mediche; di impegnarsi ad avviare indagini sulle eventuali violazioni del diritto umanitario internazionale che potrebbero verificarsi, tra cui attacchi che prendono di mira la popolazione, le scuole, gli ospedali e le altre infrastrutture civili”.

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