GROTTAMMARE – “La Notte di San Giovanni e le stelle di Erminia”, iniziativa messa in campo dall’associazione Paese Alto di Grottammare, prevista inizialmente per i giorni 22, 23 e 24 giugno è andata in scena solo nelle giornate di sabato e domenica. La manifestazione ha inteso rievocare la figura di Erminia Zwiebler, detta “La Strologa”, una donna istriana, che venne ad abitare nella Perla dell’Adriatico e si sistemò all’interno del Torrione della Battaglia, uno dei luoghi più caratteristici della Città.
La manifestazione, un crocevia fra astronomia e astrologia scienza e credenze popolari, ha visto, oltre al posizionamento di alcuni telescopi utili ad ammirare la volta celeste, anche la presenza di cartomanti e la rievocazione di antiche pratiche di sapore pagano come quella della passeggiata in campagna, al fine di cogliere delle erbe spontanee da mettere a riposo durante la notte in una bacinella d’acqua, con la quale sciacquarsi il viso il giorno della festa della Nascita di San Giovanni Battista.
Pratiche come queste non hanno nulla a che fare con la statura di Giovanni Battista e sono retaggi di culti pagani legati al ciclo delle stagioni. Come ha affermato lo scrittore inglese G.K. Chesterton “Quando si smette di credere, si inizia a credere a tutto” ed è davvero impressionante come spesso proprio coloro che deridono i fedeli per la loro partecipazione ai riti della Chiesa, siano gli stessi che si precipitano in eventi come questo.
Sono atteggiamenti che sono paradossali, ma fino a un certo punto: infatti l’uomo ha in modo connaturale un’inestinguibile sete di Infinito e di Mistero, per cui se smette di adorare Dio, non sarà più libero di prima, ma finirà inevitabilmente per inginocchiarsi davanti agli idoli. Per dirla con le parole di Fëdor Dostoevskij, in senso stretto, non esistono atei, ma solo idolatri. Ed è proprio per questo che con lo spegnimento della fede non si fa strada il pensiero razionale, come verrebbe da immaginare, ma sorgono o riemergono, mostri, fatine, pozioni, intrugli, cartomanti, indovini, fattucchieri, ecc.
È proprio da un mondo incantato e determinato dal volere degli astri che ci è venuto a liberare Gesù Cristo. Si potrebbe obiettare che anche il cristianesimo ha i suoi riti e che quindi non c’è confine fra religione e superstizione, fra fede e magia. Non è proprio così, perché mentre la magia si propone come dominio esoterico della realtà, come meccanicistico piegamento della realtà grazie a un rito, nei sacramenti della Chiesa è sempre richiesta un’adesione libera e volontaria perché la grazia di Dio possa produrre i suoi effetti.
0 commenti