Nello Yemen 11 milioni di bambini hanno bisogno di aiuto. Dal 2015, oltre la metà delle strutture sanitarie hanno smesso di funzionare; 1.500 scuole sono state danneggiate a causa di raid aerei e bombardamenti. Almeno 2.200 bambini sono stati uccisi e 3.400 feriti. A Hodeida, nelle due settimane passate, 5 mila famiglie sono fuggite dalle loro case. A renderlo noto è Henrietta H. Fore, direttore generale Unicef in missione in Yemen, che rimane sul campo ad Aden, Sana’a, Ibb, Hodeida e Saada con un team di oltre 250 persone, la maggior parte delle quali yemeniti che lavorano duramente per aiutare i bambini. “Il conflitto senza sosta in Yemen ha spinto in un abisso un paese già in bilico”, dichiara. Finora “siamo stati i grado di :fornire a circa 9 milioni di persone aiuti in denaro attraverso un’iniziativa congiunta con il Gruppo della Banca Mondiale, finalizzata ad aumentare il potere d’acquisto delle famiglie vulnerabili; fornire a 4,6 milioni di persone acqua sicura attraverso la riabilitazione dei sistemi idrici pubblici; curare circa 80 mila bambini sotto i 5 anni da malnutrizione grave; offrire cure sanitarie di base a circa mezzo milione di bambini”. Le famiglie che desiderino fuggire devono poterlo fare in sicurezza, afferma Fore, e le infrastrutture civili – scuole, ospedali e impianti idrici – devono essere al sicuro”. “La protezione dei bambini – dalle mine terrestri, dal reclutamento, dallo sfruttamento e dagli attacchi – dovrebbe rimanere sempre prioritaria. La pace – conclude – è l’unica strada percorribile”.
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