“Filiale saluto e fraterna adesione al suo ministero di pastore universale” vengono espressi a Papa Francesco dalla Conferenza episcopale ecuadoriana, in una lettera che porta la data del 4 settembre ma è stata diffusa solo ieri, firmata dal presidente mons. Eugenio Arellano, vicario apostolico di Esmeraldas, dal vicepresidente mons. Luis Cabrera, arcivescovo di Guayaquil e dal segretario generale mons. René Coba Galarza, vescovo castrense. “Di fronte alle accuse frutto di intrighi contro Sua Santità – si legge – vogliamo confermare il nostro fermo impegno di raccomandarla al Signore nelle nostre preghiere e di operare perché cessino gli abusi di qualsiasi genere commessi in particolare da membri della nostra Chiesa”.
Proseguono i vescovi ecuadoriani: “La preghiera, in mezzo alle tribolazioni, ci dona la serenità, la riflessione e la sapienza per giudicare gli avvenimenti senza minimizzarli né sovradimensionarli; una preghiera che ci porta a riconoscere le nostre debolezze e carenze e a confidare pienamente nel Signore e a perdonare di cuore i detrattori”.
Mentre “gli abusi di potere, di coscienza e di carattere sessuale, da parte di alcuni pastori della nostra Chiesa, nei confronti di minorenni ci addolorano e ci fanno vergognare; pertanto ci sommiamo alla sua richiesta di solidarietà e perdono alle vittime e ai loro familiari; crimini che, tuttavia, non devono restare nell’impunità, ma devono essere giudicati con tutto il rigore sia della legge canonica sia di quella civile, nel contesto del rispetto alle persone e ai procedimenti giuridici”.
Prosegue la lettera: “Da questa prospettiva, ci uniamo alla sua irremovibile decisione in merito alla tolleranza zero di fronte a questi scandalosi delitti, così come al suo invito di prendere tutti i provvedimenti possibili perché gli abusi sui minori d’età non trovino posto nella nostra Chiesa, nelle famiglie e in altre istituzioni”.
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