“Lavorare per costruire il futuro superando le differenze attraverso il dialogo, la costruzione di ponti per servire la riconciliazione, l’armonia e la stabilità, e non per la vendetta”: è l’appello che il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Rapahel Sako, lancia al nuovo parlamento iracheno che pochi giorni fa, a quattro mesi dalle elezioni del 12 maggio, è riuscito a eleggere il suo presidente, passo fondamentale per arrivare alla formazione di un nuovo governo. Nello spirito di “un nuovo Iraq”, il cardinale sottolinea in un messaggio diffuso oggi dal Patriarcato caldeo, che “siamo una sola famiglia e l’Iraq è la patria che condividiamo, quindi dobbiamo abbattere tutte le barriere e preservare la nostra diversità per mantenere l’unico e bellissimo patrimonio nazionale iracheno, umanitario e religioso”. Per raggiungere questo scopo, scrive il patriarca Sako ai parlamentari, bisogna “lavorare a stretto contatto con i nostri colleghi, condividendo con loro le preoccupazioni per la patria e per i cittadini, in modo da guarire i cuori feriti. Ciò può essere realizzato con una riforma comunitaria che sia in grado di offrire un ambiente educativo sano, l’apertura e il pluralismo, piuttosto che l’oscurità e l’esclusione”. Chiamati a questo compito sono anche i rappresentanti cristiani che devono “unirsi e cooperare tra loro e con i loro colleghi a beneficio di tutti gli iracheni. Devono fare ogni sforzo per emanare leggi che riconoscano esplicitamente la nostra esistenza e garantiscano i nostri pieni diritti. Chiediamo a Dio – conclude il messaggio – di illuminarvi perché possiate scegliere la via dell’amore, della giustizia, della verità e della pace e dare la priorità al nostro amato Paese e alla sua nazione. Questo è l’unico modo per aiutare il nostro popolo a ritrovare un po’ di fiducia e speranza”.
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