“Il primo giorno mi rende fiducioso del fatto che sarà possibile guardare alla realtà con un occhio più realistico, onesto, rappresentativo” ma che sarà anche possibile dare “un impulso di rinnovamento per il futuro”. È il card. Reihnard Marx a esprimere questa impressione oggi, incontrando i giornalisti con tutti i componenti della delegazione tedesca presenti al Sinodo: “Tanti vescovi che sono al Sinodo hanno a che fare con i giovani e questo lo si è già sentito stamane con interventi che non sono stati per niente teorici, ma arrivano da una esperienza pastorale. Questo secondo me è una cosa molto buona”. Marx ha parlato della possibilità reale che, con tutto il lavoro preparatorio fatto e con la competenza delle persone presenti, il Sinodo possa veramente essere una occasione per “rivedere”, “cambiare non solo la mentalità ma anche strutturalmente” il modo di essere Chiesa, anche nel senso di quanto è stato espresso dai giovani nel pre-sinodo verso una Chiesa “più partecipativa, in cui tutti hanno parte, possono collaborare”. Mons. Stefan Oster, responsabile della Commissione per i giovani della Conferenza episcopale tedesca, si è invece detto colpito dalla “varietà del mondo giovanile, varietà di ricchezze e bisogni nei diversi continenti, che sono stati espressi in modo molto chiaro”, ma allo stesso tempo anche “dal fatto che alcune questioni che riguardano i giovani e la Chiesa sono in una certa misura globalizzate: la digitalizzazione, la sessualità, la trasmissione della fede”. Tra le cose che hanno colpito mons. Oster, anche che “due vescovi abbiano detto che non si possono più incontrare i giovani con il dogma e la morale ma con la bellezza, l’estetica della fede, cosa di cui c’è ampia disponibilità in tutte le varianti”.
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